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L’Italia che manda armi all’Ucraina e rompe con la Russia, intervista alla giornalista russa Vera Shcherbakova

Sì agli aiuti umanitari ma l'Italia sceglie la strada opposta alla diplomazia e invia armi all'Ucraina

di Fabiola Foti
09/03/2022
in News, Primo Piano
L’Italia che manda armi all’Ucraina e rompe con la Russia, intervista alla giornalista russa Vera Shcherbakova
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C’è un intero popolo dimenticato e ostracizzato a cui non stiamo pensando ed è quello russo composto per la gran parte da poveri. Il 52 per cento delle famiglie, già da molto tempo prima del conflitto, non poteva permettersi neanche le spese sanitarie. C’è chi non può mangiare carne o pesce e chi può comprare al massimo un paio di scarpe. È il tre per cento dei russi che detiene l’89 per cento degli asset finanziari. Le dure sanzioni, di ogni tipo, inflitte alla popolazione stanno distruggendo letteralmente tutti quegli uomini e quelle donne che non abitano le poche importanti città russe ma uno sterminato territorio che si divide tra foreste, glaciali pianure siberiane e montagne del Caucaso. Questa è la Russia.

Abbiamo avuto un confronto con Vera Shcherbakova, giornalista russa inviata a Roma dell’agenzia di stampa russa Tass. In questa guerra si parla solo di Ucraina e popolo ucraino, tutte le informazioni che arrivano dalla Russia sono considerate inattendibili per presunta propaganda filorussa, ricordiamo, tra le altre, dal 1 marzo la messa al bando delle trasmissioni di Russia Today e Sputnik.

«Mi stupisce il modo in cui in Italia hanno scelto di coprire gli eventi, c’è una dittatura al rovescio: appena un’analista, che abbia fatto le dovute premesse di condanna, cerca di capire come mai l’Europa è arrivata a questo punto viene zittito – racconta la Shcherbakova – dopo tutto questo quali saranno i rapporti tra l’Italia e la Russia? I rapporti tra popoli sono fortemente compromessi. Sembra ci sia un disegno per distruggere la Russia, i vertici eruopei non riescono a capire che la decandenza della Russia porterà alla decadenza di tutta l’Europa perchè condividiamo lo stesso continente. L’America è lontana, è su un altro continente». Non si parla poi abbastanza, sicuramente non il servizio pubblico della Rai, della storia Hunter Biden il figlio del Presidente degli Stati Uniti.

Il caso di Huter Biden assunto dalla compagnia energetica ucraina

Hunter Biden nel 2014 fu congedato perché trovato positivo alla cocaina. Allora la Burisma Holdings, che è la maggiore compagnia energetica dell’Ucraina (attiva sia su gas che petrolio), assunse per una consulenza Hunter Biden. Avere nel proprio board un nome di “peso” avrebbe sicuramente portato giovamento al prestigio dell’azienda. Va detto che l’Ucraina, e le sue aziende, sono spesso ricordate per la scarsa trasparenza ma soprattutto l’alta corruttibilità. Hunter Biden venne assunto con uno stipendio di 50mila dollari al mese. Tutto trasparente, se non fosse che durante quei mesi Joe Biden aveva proseguito la politica americana volta a far riprendere il possesso da parte dell’Ucraina di quelle zone del Donbass ora divenute Repubbliche riconosciute dalla Russia. La zona di Donespt è ritenuta ricca di giacimenti di gas non ancora esplorati finite nel mirino della Burisma Holdings.

Dall’Italia armi per 150 milioni all’Ucraina

L’Italia si schiera tra i paesi ostili appoggiando il sistema delle sanzioni ma c’è di più: l’Italia invierà armi all’Ucraina per 150 milioni di euro. L’elenco delle armi era e resta secretato, ma non mancano fughe di notizie si parla di mortai da 120 mm e relative bombe, missili Stinger, mitragliatrici pesanti Browning e relativi munizioni, mitragliatrici leggere MG e proiettili, lanciatori anticarro e relativo munizionamento, razioni K, radio Motorola, elmetti e giubbotti. Il Belpaese diventa parte in causa, gli aiuti umanitari sono giusti e dovuti altra storia è inviare armi. I rapporti commerciali sono minati per anni. «Già da prima del conflitto era cominciato questo processo di allontanamento dalla Russia da parte dell’Italia, un atteggiamento comprensibile se si pensa che il paese sta ricevendo aiuti economi dall’Europa» chiarisce ancora Shcherbakova. Poi ancora ricorda «Le sanzioni adottate contro la Russia sono superiori a quelle prese contro l’Iran e la Corea del Nord». Finiti decisamente i tempi della diplomazia.

 

Tags: russiaucraina
Fabiola Foti

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