«Ammetto di avere ammirato il Sindaco di Catania, facente funzioni Roberto Bonaccorsi quando, per la prima volta che Pogliese fu sospeso disse : “Non entro nella stanza del Sindaco “. Lo considerai un grande segnale umano».
Sono queste le parole di una lettera aperta scritta da Lanfranco Zappalà, vicepresidente del consiglio comunale di Catania.
«Pochi mesi dopo Pogliese rientrò, ma subito dopo dovette lasciare il palazzo per le vicende oramai note a tutti. (14 mesi di sospensione). Bonaccorsi riprese nuovamente il testimone, ma con la consapevolezza di durare poco, per le voci insistenti delle presunte dimissioni del Sindaco. Nel frattempo, Catania è sotto gli occhi di tutti, naviga a vista senza rotta, senza un programma, senza una maggioranza in Consiglio, praticamente siamo nelle mani di nessuno».
Secondo Zappalà, oggi Bonaccorsi, non è più un Sindaco facente funzione (a breve tempo) «è un Sindaco fino a quando Pogliese deciderà con i comodi suoi di farlo rimare, pur sapendo che difficilmente potrà rientrare. Ma allora… perché rimanere prigioniero della decisione di qualcuno?».
«Se fossi in Bonaccorsi -continua – avrei chiesto a Pogliese le sue intenzioni, perché continuando così forse sarebbe il caso che a dimettersi fosse lo stesso Bonaccorsi, così da ritornare al voto nel più breve tempo possibile».
«Se facesse questo avrebbe la mia stima come uomo, ma soprattutto come politico- conclude – altrimenti, se starà zitto, sarà complice al 100% per avere portato una città al disastro ( oggi sotto gli occhi di tutti )».