Negli ultimi giorni la cronaca italiana ha raccontato episodi inimmaginabili fino a qualche tempo fa, ma che parlano di un fenomeno sempre più reale: i furti di carte collezionabili.
Un fenomeno partito dal Giappone
Il Giappone, patria dei Pokémon, è stato il primo Paese a fare da apripista al fenomeno. Noto il ‘colpo’ messo a segno da una coppia che, dopo essersi informata con i dipendenti sulle carte di più alto costo, ne ha trafugate oltre cento per un valore complessivo di circa 62mila euro. Il quotidiano francese Le Monde ha perfino riportato come la mafia giapponese si sia interessata alle carte collezionabili, considerandole un ottimo strumento di riciclaggio di denaro.
I furti in Italia
In Italia, si susseguono le cronache di furti messi a segno in edicole, negozi specializzati e fiere del fumetto. I ladri e i truffatori non puntano più al denaro contante, ma alle preziose card di Pokémon, Magic: The Gathering, One Piece, Yu-Gi-Oh!.
A Brescia, un furto di prodotti Pokémon in un’edicola ha causato un danno di 4mila euro. A Milano, la Guardia di Finanza ha scoperto una truffa di oltre mezzo milione di euro legata a carte collezionabili contraffatte. Al Romics di Roma, si sono registrati furti e risse tra collezionisti mentre a settembre, durante l’Aci Comics & Games di Acireale, un quarantenne è stato bloccato mentre tentava di vendere delle carte da gioco rubate.
Un mercato globale
Dietro questi episodi si nasconde una realtà economica che vale milioni: quella che un tempo era una nicchia per appassionati è oggi un mercato globale dove alcune carte rare valgono più di un’automobile di lusso.
Dagli anni della pandemia di Covid-19 in poi, il valore economico dei giochi di carte collezionabili è cresciuto in modo esponenziale. Le trading card non sono più viste solo come strumenti di gioco, ma come asset collezionistici: oggetti d’investimento e beni rifugio da custodire gelosamente. Le piattaforme di aste online e la diffusione delle certificazioni professionali (come PSA o CGC) hanno reso possibile scambiare, valutare e rivendere singole carte come si farebbe con opere d’arte o lingotti d’oro.
È proprio questo valore crescente ad aver acceso l’interesse dei criminali e del malaffare, con la comparsa sul mercato di falsi sempre più sofisticati.
Possiamo con certezza affermare che, attualmente, la linea tra hobby e investimento è più sottile che mai. Le aste online e i mercati paralleli hanno reso il collezionismo un territorio dove la speculazione può superare la passione. E dove le collezioni, oltre al valore affettivo, rappresentano veri patrimoni personali. Le carte più preziose vengono conservate in buste sigillate, plastificate e chiuse in teche o, nei casi più importanti, custodite in casseforti. Alcuni collezionisti scelgono perfino polizze assicurative dedicate per tutelare la quotazione del proprio archivio di carte.
Proteggere le carte da occhi indiscreti
È una nuova forma di responsabilità, che trasforma il semplice atto del collezionare in un’attività di cura, documentazione e sicurezza. La carta, un tempo giocata, oggi viene protetta e nascosta lontana da occhi indiscreti. Il gioco, quindi, non ha più un solo scopo ludico ma si impone anche come crocevia tra passione e finanza.
In un mondo ormai globalizzato, la consapevolezza del prezzo di mercato delle carte collezionabili è diffusa ovunque. Ciò comporta un rischio per i collezionisti, che si sentono quasi costretti a conservarle con cura rinunciando, di fatto, a utilizzarle. A rimetterci è quindi il vero spirito del gioco, che perde la possibilità di vedere sul tavolo card preziose nate proprio per essere usate e condivise durante una partita tra amici.