Una domenica infernale è appena trascorsa in Sicilia: l’Isola è stata consumata da ben 34 roghi che hanno devastato ettari di vegetazione e macchia mediterranea e lambito case e centri abitati.
A combattere le fiamme centinaia di volontari della Protezione Civile, 4 Canadair e 2 elicotteri coordinati dal Corpo Forestale della Regione e a supporto delle azioni di spegnimento dei Vigili del Fuoco e della stessa Forestale.
Più delicata è la situazione di Troina, dove gli incendi non si arrestano: bruciano ancora alcuni focolai nella zona di Feudo Nuovo, dopo l’allarme scattato ieri ad Agira e Ragalbuto. In azione, al momento, un canadair e un elicottero.
Anche nel catanese, le fiamme non si placano: stamattina si sono registrati nuovi incendi a Grammichele. Roghi anche a Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani.
Una Regione devastata dal fuoco e della cenere
L’Isola è in piena emergenza tra la cenere vulcanica che riempie le strade dei Comuni etnei e le fiamme che minacciano i siciliani. Due priorità per la Sicilia che saranno al centro della riunione chiesa dal Presidente Nello Musumeci con l’Unità di crisi della Protezione Civile Nazionale che si terrà stamane alle 09:30.
«Una riunione urgente della Unità di crisi nazionale della Protezione civile e l’impiego dei soldati dell’Esercito nelle aree rurali. È la richiesta urgente che ho avanzato a Roma – spiega il governatore- per far fronte alla difficile situazione creatasi nell’Isola in questi giorni, su due diversi fronti: la incessante caduta di cenere vulcanica sui centri etnei e i numerosi incendi, quasi tutti di origine dolosa, sviluppatisi in modo particolare nella Sicilia orientale».
«Le fiamme, favorite dal vento e dall’alta temperatura, interessano soprattutto le province di Enna, nel Troinese, Siracusa e Ragusa; impegnati tre canadair statali, gli otto elicotteri della Regione e tutti i reparti a terra dei vigili del fuoco, dell’Antincendio regionale e del volontariato di Protezione civile. Oggi, alle 11, al PalaRegione di Catania incontrerò i sindaci dei Comuni pedemontani etnei per concordare assieme alcune iniziative per attenuare i disagi determinati dalla caduta di cenere, che mette a dura prova la qualità di vita degli abitanti di alcune decine di centri abitati e pregiudica parte della produzione agricola».
«Abbiamo deliberato nei giorni scorsi la richiesta dello stato di calamità ma temo che a Roma non abbiano ancora compreso la gravità della situazione. Quanto agli incendi, abbiamo impegnato tutti i nostri uomini e mezzi. Ma da soli, di fronte alla tracotanza dei piromani, possiamo fare ben poco. Ci vorrebbe la galera a vita per questi delinquenti», conclude Musumeci.
Un’emergenza che vede la Sicilia da sola
Anche l’europarlamentare della Lega Francesca Donato chiede l’intervento del governo e dell’Unione Europea: «I numerosi incendi dolosi scoppiati in tutta l’isola e l’incessante caduta di cenere vulcanica sui centri etnei sono due emergenze che la Sicilia da sola non può affrontare. Oltre all’intervento della protezione civile nazionale è necessario attivare il nuovo meccanismo di protezione civile europea».
«Proprio in queste ore – sottolinea la parlamentare europea del Carroccio – l’isola di Cipro è alle prese con devastanti incendi boschivi nel distretto di Limassol e le autorità dell’isola hanno attivato il nuovo meccanismo di protezione civile dell’Ue, un meccanismo che ha consentito un rapido dispiegamento di mezzi antincendio aerei ospitati da Grecia e Italia e l’utilizzo del satellite di emergenza dell’Ue Copernicus per fornire mappe di valutazione dei danni e delle aree colpite»
Il meccanismo di protezione civile dell’Unione europea è un sistema collaborativo di mutuo soccorso creato nel 2001. Da allora è stato attivato più di 420 volte per rispondere a disastri naturali e creati dall’uomo, sia in Europa che fuori. È stato attivato nel caso di incendi, inondazioni, inquinamento marino, terremoti, uragani, incidenti industriali e situazioni di crisi sanitarie.
«Mi auguro che già nell’incontro di questa mattina tra il presidente Musumeci e la Protezione Civile nazionale valutino di chiedere l’attivazione di RescUe, la riserva supplementare di risorse di protezione civile europea», conclude Donato.
E.G.