Durante la Milano Fashion Week di settembre 2025 che si svolgerà dal 23 al 29 settembre, la Sicilia torna a ispirare le passerelle. Non attraverso sfilate tematiche specifiche, ma come musa, intrecciandosi nelle collezioni delle grandi case e dei designer emergenti.
Sicilia che nutre immaginazione
In questo scenario la Sicilia riconferma, come fa di volta in volta, il centro e il luogo che continua a nutrire l’immaginazione dell’alta moda. A rappresentare questa connessione è stata Giusi Munafò Haute Couture, che con la sua collezione “Marea” ha portato a Milano lavori artigianali siciliani, tra cui tessuti, pizzi e altre opere uniche. Silhouette fluide e oversize, ispirate ai movimenti sinuosi del mare, tessuti leggeri che giocano con la caduta e la trasparenza, e una palette di colori dominata da blu profondi e turchesi, con qualche accenno di madreperla, è proprio così che definirei questa nuova collezione: distintiva e assolutamente riconoscibile.
Ciò che aggiunge un livello di artigianalità elevato a una base prêt-à-porter sono i dettagli couture come ricami fatti a mano, applicazioni materiche e lavorazioni tridimensionali. La ridefinizione del lusso come qualità tattile e culturale, piuttosto che come semplice simbolo di status presente in questa collezione, è totalmente in linea con una delle tendenze chiave di questa MFW25.

Mare come simbolo di fluidità e cambiamento
La vera forza di questa produzione sta nella sua capacità di reinterpretare il made in Sicily senza cadere nel folklore. L’ispirazione principale di questa collezione è il mare, che viene rappresentato come simbolo di fluidità e cambiamento, creando un linguaggio che si allinea con tendenze globali come la ricerca di un comfort raffinato, la valorizzazione dei materiali e la sostenibilità. Anche l’uso di tessuti è un aspetto che merita particolare attenzione, in quanto per la creazione di questi abiti, Munafò, ha utilizzato tessuti naturali e filati a basso impatto ambientale, che posizionano il brand su un percorso che i grandi nomi stanno seguendo: non più “green” come una scelta, ma come un requisito fondamentale. Un lusso artigianale radicato in un territorio, capace di competere a livello internazionale, è proprio così che definirei “Marea”.
Mentre sulle passerelle di Milano dominano minimalismi digitali, ritorni al tailoring maschile e influenze streetwear, Marea offre una direzione complementare. In questo contesto, la collezione si colloca in quel segmento che potremmo definire “couture prêt-à-porter”, sempre più importante in un mercato che cerca esclusività indossabile e identità riconoscibili. Tra tradizione e innovazione, in questo delicato equilibrio, la moda italiana sembra voler plasmare il suo futuro prossimo.
Sveva Scocco