All’alba di un nuovo anno la parola chiave è storia. Per costruire il futuro non si può ignorare il passato e questo indispensabile presupposto pare sia ignorato dal presidente del Biancavilla Giuseppe Furnari che tenta di replicare un operazione che non sortì gli effetti sperati negli anni scorsi.
Lunedì 3 gennaio, l’ultima data utile è domenica 2, si conoscerà il destino del Catania Calcio. La SIGI sarà riuscita a versare 600 mila euro nelle casse del club dichiarato fallito lo scorso 22 dicembre? Da quanto si apprende la cordata di imprenditori che ha acquistato il Catania è riuscita a mettere insieme non più di 200 mila euro. In verità è già fatto noto che i 600 mila necessari non ci sono.
Il Biancavilla in sostituzione del Catania
Si fa avanti allora l’avvocato Giuseppe Furnari che ha già spostato la sede del Biancavilla a Catania. “Se il 2 gennaio succede quello che molti presumono, potrei avviare io un progetto vantaggioso per la città” dichiara a Itasportpress.it. Il presidente del Biancavilla esclude di essere andato a Catania per essere l’alternativa del Catania Calcio ma a questa “dovuta” affermazione non ci crede nessuno.
L’idea allora è quella di cambiare la denominazione del Biancavilla. Furnari, come un novello Proto, tenta di ripetere l’esperienza dell’Atletico Catania con il rischio concreto di replicarla in toto.
E da quando si paventa questa operazione di sostituzione tutte le testate e i siti specializzati che si occupano di Catania Calcio avvertono con messaggi più o meno subliminali: “Furnari non lo fare”. Un messaggio che non si dice esplicitamente perchè una vecchia tradizione vuole che quando si parla di Catania le cose si dicono ma non si dicono. Una leggenda per cui chiunque dia informazioni sconvenienti sul Catania non entra più allo stadio. Una storiella che è stata sempre raccontata nel sottobosco catanese e che fu ampiamente denunciata da un antico narratore del Catania come Luca Allegra.
Ma torniamo al progetto del presidente del Biancavilla che chiede il sostegno della tifoseria catanese. La risposta non si fa attendere e giunge diretta nel comunicato della Curva Sud
“Sia ben chiaro che non accetteremo e mai tollereremo un’alternativa al Catania venuta fuori da titoli sportivi trasferiti da altri paesi con la regia dei soliti avvoltoi di turno nei confronti dei quali ci opporremo con tutta la nostra forza – affermano – La nuova proprietà dovrà essere consapevole di acquistare non una semplice squadra di calcio ma, bensì, il bene inestimabile di una città metropolitana forgiata dal fuoco del Vulcano e sostenuta dalla passione straripante di una tifoseria tra le più importanti dello stivale”.
Ancora una volta si scade nel detto non detto, chi sono gli avvoltoi di turno? Chi ci sarebbe con o dietro Furnari? Qualcuno mormora Pulvirenti, altri Di Martino.
E se del doman non v’è certezza nell’ottica ancora delle ipotesi c’è un rischio che si profila all’orizzonte: una squadra in serie D con sede a Catania, se il titolo sportivo di serie C va perso, può pregiudicare il percorso previsto per la ripartenza dalla categoria inferiore?