“La morte che diventa vita”. Sono questa le parole di Claudio Fava, presidente della Commissione regionale antimafia durante la conferenza stampa, organizzata da “Arci Catania” e “I Siciliani giovani”.
Al centro dell’incontro, le abitazioni di San Gregorio, confiscate nel 1999 al boss mafioso, Nitto Santapaola, che oggi grazie al Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza) verranno ristrutturate con un finanziamento di 300 milioni di euro.
E proprio all’interno di queste case, nello spiazzale antistante, si è svolta la conferenza, alla presenza di un nutrito gruppo di giovani, simbolo di quel futuro che guarda al domani con speranza.
“Sono emozionato di essere qui – ha detto il presidente antimafia – perché questo è un luogo che ha costruito molto dolore. In queste abitazioni sono state decise le sorti e la morte di centinaia di persone di questa città”.
In questi anni è stato denunciato l’abbandono da parte delle istituzioni dei beni confiscati alla mafia e la necessità di investimenti per il loro recupero.
Fillea CGIL
A prendere parte all’incontro la delegazione della FILLEA CGIL, il sindaco di San Gregorio, Carmelo Corsaro, il presidente del consiglio comunale sangregorese, Ivan Albo e l’assessore ai lavori pubblici, Salvo Cambria.
Presenti anche i Carabinieri della stazione locale, il comandante della Polizia locale, Mario Sorbello, il presidente del Consorzio Etneo Legalità e Sviluppo, Giancarlo Bonfiglio, e Matteo Iannitti e Giovanni Caruso de “I Siciliani giovani”.
“Abbiamo bisogno di procedure più rapide per i progetti del terzo settore”.
Lo dice il sindaco Corsaro, che ha aperto le porte dello stabile dove ha vissuto Santapaola e dove è stata uccisa la moglie.
“Il Pnrr – ha concluso – è un’importante occasione che ridarà dignità, almeno in edilizia, a questi luoghi”.