Un ritratto delicato e umano della Regina Elisabetta, a tratti anche ironico ma che mette sempre in luce la sua assoluta regalità.
È così che Ilaria Grillini, giornalista Rai, esperta di teste coronate d’Europa, racconta nel suo libro “Elisabetta la regina ‘italiana”, la lunga storia d’amore che lega i Windsor al nostro Paese.
E lo fa, narrando in oltre 250 pagine, dei viaggi in Italia da parte della Regina e del principe consorte, Filippo d’Edimburgo e in particolare in Sicilia dell’intera famiglia reale.
Un racconto intenso, in cui riesce ad inquadrare in modo impeccabile, tra interviste e testimonianze di nobili, politici ed imprenditori, la cornice politica internazionale e i fatti salienti dei periodi in cui si svolgono i viaggi dei reali in Italia.
Tanti anche gli aneddoti e le storie inedite, alcune delle quali sono state svelate sabato sera durante la presentazione del libro avvenuta al Circolo Canottieri Jonica di Catania, alla presenza di Domenico Ciancio Sanfilippo e del giornalista Giuseppe Lazzaro Donzuso, che ha moderato l’incontro.
L’intervista
Quando e perché hai deciso di scrivere questo libro? “Me lo hanno chiesto in tanti in passato e io ci pensavo da un po’, solo che non volevo scrivere la solita biografia o un libro storico, dovevo trovare un taglio diverso. Quando, l’inverno scorso, sono tornata a vivere a Roma, mi sono ricordata di una vecchia agenzia che parlava del passaggio della Regina Elisabetta da Palermo, perché doveva imbarcarsi sul Britannia per andare a Malta. Non era un viaggio istituzionale, ma solo una tappa. Avvenne 5 giorni dopo l’attentato al giudice Giovanni Falcone. Lei non cambiò il suo itinerario, anzi atterrò a Palermo e andò a deporre una corona di fiori sul luogo della strage. Nessun palermitano sapeva di questa visita”.
“Ho sentito tanti racconti di amici siciliani e non – conitnua – che avevano avuto modo di incontrarla oppure ospitare Carlo piuttosto che Margaret, con materiale fotografico inedito, come la colazione offerta dai principi Vanni Calvello Mantegna ad Elisabetta e suo marito. Da lì ho detto perché no? E ho pensato di descrivere una Regina diversa dalla solita, il dietro le quinte di quella che viene definita: “La Regina per antonomasia”.
Tra tutte le regioni italiane, la Sicilia ha senza dubbio un ruolo di primo piano, si racconta nel libro. Il primo siciliano che incontrano, nel 1951, quando ancora Elisabetta non è stata incoronata, è un catanese, l’ambasciatore Michele Scammacca del Murgo, capo del cerimoniale del presidente Luigi Einaudi.
Prima visita in Sicilia dei reali inglesi
La prima visita in Sicilia della coppia reale britannica, a parte Vulcano nel 1961, risale all’ottobre del 1980, durante il terzo viaggio in Italia.
Nel libro si parla del viaggio a Catania, nel 1816, della figlia di Giorgio IV, la principessa Carlotta del Galles, invitata d’eccezione all’inaugurazione dell’orto botanico voluto dal Barone Antonio Pisani Ciancio. Ma un’altra famiglia Ciancio nella primavera del 1985 ricevette a Catania Carlo e Diana in quella tenuta Cardinale, che vanta un agrumeto modello.
La visita avvenne durante un “Grand Tour” italiano dei principi che durò dal 19 aprile al 5 maggio e, come ricorda Ilaria Grillini, fece “letteralmente impazzire la stampa nostrana”. C’erano, oltre alla sua famiglia, il presidente della Regione Rino Nicolosi, il presidente della Provincia Antonio Torrisi, il sindaco di Catania Francesco Attaguile.
C’era anche un Donzuso, presente da imbucato, che ha sottolineato la rigidità del protocollo e anche grandezza dei piedi di Diana, che arrossiva sempre. Si racconta, come dimostrano alcuni filmati, che quel giorno un mezzadro donò alla principessa un bouquet di zagare.
“Mi ricordo che mi misero a scavare i limoni per mettere dentro il gelato – racconta Domenico Ciancio Sanfilippo, che all’epoca aveva 11 anni – e poi una fila interminabile di macchine e tante persone della sicurezza. Pensate che il giorno prima venne asfaltata la strada perché lì era tutta campagna”.
Carlo e Diana a Catania erano già in crisi
Quando Carlo e Diana vennero in Italia nell’85, erano già una coppia in crisi e nessuno lo sapeva.
“Di questa visita – conclude la Grillini – tutti ricordano un Carlo interessato alla culture e all’arte e una Diana annoiata che non amava il cibo e si toglieva le scarpe sotto il tavolo, una cosa che impressionò Cossiga, ma ciononostante aveva ovazioni ovunque andasse con la gente che la acclamavano più di Carlo”.
In rassegna nel libro anche le gaffe del principe Filippo, l’incontro con Giovanni Paolo II, o il viaggio a Palermo che la nonna amava tanto, ripercorrendo lo stesso tragitto e la stretta di mano con il cardinale Pappalardo, l’unico ad esserci riuscito, andando fuori protocollo., perchè la regina non può essere toccata.
Delle 34 interviste quale ti ha divertito di più? “Sicuramente quella con Giuliano Amato, che racconta dello sguardo terribile che la regina Elisabetta rivolse ad una cameriera che non le offrì il pane – evidentemente era stata informata così – durante il loro pranzo. Dovette rientrare con il pane, glielo offrì ma la Regina rifiutò. Questo perché nessuno può decidere per lei. È una donna carina e affabile ma è la Regina e lo è sempre nella sua vita. Viene raccontato di un Filippo alla mano, pacca sulla spalla, mentre Elisabetta è gentile e sorridente ma quanto basta. Non è nata per essere Regina ma sa adempiere a questo ruolo perfettamente”.