La CGIL si costituirà parte civile nell’eventuale processo sui falsi bilanci del Comune di Catania durante la sindacatura di Enzo Bianco. È stato votato ieri all’unanimità dall’assemblea del direttivo.
Una svolta storica alla CGIL di Catania che chiude definitivamente un’era.
Un ordine del giorno approvato ieri dal direttivo della CGIL di Catania vincola il sindacato a costituirsi parte civile contro Enzo Bianco e la sua giunta nell’eventuale processo sui falsi bilanci. La CGIL, tra i più grandi sponsor dell’ex sindaco, volta dunque le spalle a Bianco con un atto politico senza precedenti. Come, senza precedenti, sarebbe l’eventuale costituzione di parte civile contro Angelo Villari, ex assessore della giunta di centro sinistra. Sarebbe, con molta probabilità, il primo caso in cui la CGIL si costituisce parte civile contro un suo ex segretario.
Subito dopo il direttivo, è arrivato a caldo il commento di Claudio Longo, ex segretario confederale della CGIL sottoposto a una mozione di sfiducia proprio per aver messo in discussione Bianco in merito al dissesto del Comune di Catania chiedendo che fossero accertate anche le responsabilità politiche dell’ex sindaco.
Oggi, Claudio Longo incassa l’ennesimo risultato, dopo quello sul documento del 2018 in cui si mettevano nero su bianco le critiche alla gestione Bianco.
«Oggi al direttivo della Camera del Lavoro – fa sapere Longo – abbiamo approvato, all’unanimità, un documento forte e importante, frutto di un percorso iniziato un anno fa sulle responsabilità politiche nel dissesto del comune. Fermo restando la presunzione di innocenza, nel caso in cui i componenti dell’amministrazione Bianco andassero a processo, la Cgil di Catania – annuncia Longo – si costituirà parte civile».
E mentre Longo gioisce per l’esito della votazione, nei giri “rotiani” vige il più totale silenzio.
Alle 22:57 di ieri sera, nel momento in cui si batteva questo articolo, alla redazione de l’Urlo non arrivava alcun comunicato stampa dalla CGIL.
Quali potranno essere adesso le conseguenze politiche di questo ordine del giorno, è tutto da vedere. Certo è che i mal di pancia crescono tra i “villariani” presenti nella CGIL, pur avendo votato favorevolmente. Perché sia chiaro: non sono pochi i dirigenti che ancora oggi guardano Villari con stima e gratitudine. Gratitudine, del resto, tutta meritata. Il predecessore di Giacomo Rota è infatti il più importante protagonista della CGIL degli ultimi vent’anni.
Tutto questo, naturalmente, nel caso in cui gli attuali indagati fossero rinviati a giudizio.
Ci sarà da interpretare poi la reazione di Concetta Raia, partner politica di Angelo Villari, nonché moglie di Giacomo Rota. Potrebbe spezzarsi l’asse… “Rotaia”? Oppure Raia deciderà di cestinare definitivamente, dopo averlo ridotto all’irrilevanza, lo stesso Villari? E cosa succederà nel caso di rinvio a giudizio di Luca Sammartino? …nel caso: lo ribadiamo per evitare l’ennesima lettera del gentile legale di Luca Sammartino che ha già diffidato e minacciato querela la scrivente e questa testata nel 2017.