Sarà ancora Bohème, ma quella di Ruggero Leoncavallo al salire sul palco del teatro Massimo Vincezo Bellini di Catania, nell’ambito della stagione dei concerti, domenica 11 e martedì 13 dicembre.
A pochi giorni dalla conclusione delle rappresentazioni della Bohème pucciniana, che ha inaugurato la stagione lirica, l’ente etneo propone un immediato raffronto con la “gemella”.
L’opera da sempre soffre il confronto con il capolavoro di Giacomo Puccini la cui prima rappresentazione spettò al Teatro Regio di Torino, con la direzione di Arturo Toscanini. Per la Bohème, Puccini, si fece influenzare dal sapiente Verdi, gli operisti francesi e perfino il Leoncavallo dei Pagliacci.l cuore della sua originalità è Mimì, dell quale era geloso, forse più dello stesso Rodolfo.
Fra tutti i suoi lavori, il Leoncavallo preferiva “I Pagliacci” e la “Bohème”, due opere che dovevano reggere un confronto molto importante.
«I Pagliacci hanno dovuto sempre camminare a fianco di Cavalleria Rusticana e la Bohème ha dovuto, a torto o a ragione, cedere il posto sui cartelloni a quella di Puccini», diceva il compositore e librettista milanese.
Scrivere un’opera sullo stesso soggetto del Murger, già musicata con successo da Puccini, sicuramente fu una scelta coraggiosa, così come la scelta di portarla in scena, appena 15 mesi dopo l’opera Pucciniana, il 2 maggio 1897 alla Fenice di Venezia.
Ma ciononostante il successò arrivò lo stesso, come documentato, ad Amburgo, Vienna, Nizza e Parigi.
Il lavoro fu dedicato alla moglie Marta. I personaggi sono simili a quelli di Puccini, ma ripresi con più fedeltà dal romanzo originale.
L’azione si svolge in quattro atti piuttosto ampi e va dalla vigilia natalizia del 1837 a quella del 1838.
Al di là del confronto, si tratta di due capolavori operistici italiani che, ciascuno a suo modo, hanno da sempre affascinato intere platee.
Domenica sul podio del Bellini, ritorna la bacchetta di Fabrizio Maria Carminati, direttore artistico del Bellini, che guiderà l’orchestra e coro del teatro.
Un’occasione da non perdere per ascoltare dal vivo la poco frequentata partitura del compositore napoletano, che si differenzia pure sul piano narrativo, peraltro più fedele alla medesima fonte letteraria, ‘Scènes de la vie de bohème’ di Henry Mürger.
Quanto ai solisti, un cast di grande prestigio. La vicenda delle due giovani coppie rivivrà attraverso le voci di Selene Zanetti (Mimì), Gaston Rivero (Marcello), Elena Belfiore (Musette), Luca Bruno (Rodolfo). Completano il cast: Domenico Balzani (Schaunard), Roberto Lorenzi (Colline), Gianni Luca Giuga (Barbemouche), Blagoj Nacoski (un becero, un signore), Monica Minarelli (Eufemia), Saverio Pugliese (Gaudenzio, Durand), Paolo Ciavarelli (Visconte Paolo).
Di grande prestigio il maestro del coro Luigi Petrozziello.
Il Bellini di Catania riprende così una tradizione che prevede anche l’esecuzione di titoli in forma di concerto.
La Bohème di Leoncavallo infatti apre il ciclo “Il teatro musicale in concerto”, che proseguirà con Sub tutela Dei. Per il giudice Livatino, musica di Matteo Musumeci, libretto di Vincenzo Vitale, opera espressamente commissionata dal Teatro Massimo Bellini per commemorare il giovane magistrato barbaramente assassinato dalla mafia.