“Istoria di S’Agata” di Sollima in prima mondiale al Bellini di Catania l’1 febbraio

di Redazione

In prima assoluta mondiale l’1 febbraio al Teatro Massimo Bellini di Catania, ‘Istoria di Sant’Agata’, con musiche di Giovanni Sollima su libretto dello scrittore e giornalista Filippo Arriva, liberamente rifatto al quasi omonimo poema del Quattrocento in “volgare illustre siciliano” dal catanese Antoni d’Oliveri.

La coproduzione dell’Ente lirico, con orchestra, coro e tecnici, e dello Stabile di Catania, che ne cura l’allestimento, per rendere omaggio alla Santa Patrona della città.

Il cast

Sul podio Salvatore Percacciolo, la regia è di Alessandro Idonea, maestro del coro Luigi Petrozziello; voce solista il soprano Chiara Notarnicola; voci recitanti gli attori Abela, Franz Cantalupo, Salvo Disca, Evelyn Famà, Franco Mirabella, Manuela Ventura.

L’opera

“Istoria di Sant’Agata” porta in scena popolani e pescatori catanesi che, assediati dai pirati turchi, rievocano la propria vita, ma poi, per darsi coraggio e ottenere un miracolo, recitano la storia di Sant’Agata.

Un Oratorio che unisce momenti sinfonici, cori per canto e in prosa, arie per soprano, recitazione e cori in prosa.

I cori in musica sono liberamente tratti dal poema ‘Istoria di la translacioni di S. Agata’, del 1475, che narra in lingua siciliana quattrocentesca la traslazione, da Gerusalemme a Catania, del corpo della Vergine e Martire e i suoi miracoli.

 La musica di Giovanni Sollima unisce tutti i momenti in un Oratorio con la presenza di elementi rituali alternati ad altri ipnotici.

E c’è il testo in una lingua siciliana quattrocentesca affascinante, di grande forza e suggestione. ‘Istoria di Sant’Agata’ è scritta in quel volgare illustre siciliano che volle, fin dal secolo XIV, elevarsi a lingua e che continuò ad essere usata nel Seicento.

“Fede e storia – osserva Giovanni Cultrera di Montesano, Sovrintendente del Bellini – si sublimano qui nella bellezza della musica e della parola: per la tradizione religiosa quello delle spoglie di Agata in patria è un ritorno mistico e salvifico, ora affidato alla rilettura di due autori di chiara fama come il palermitano Sollima e il catanese Arriva”.