Negli ambienti intellettuali da qualche settimana gira la battuta, secondo la quale l’Italia sarebbe governata dall’intelligenza artificiale. In seguito, adottata dal settimanale l’Espresso, come copertina di un recente numero in uscita. Nella commistione tra il pregiudizio ideologico, rivolto contro il governo presieduto da Giorgia Meloni, e la realtà vi è comunque un pezzo di verità.
Se gli indicatori economici in Italia danno il prodotto interno lordo in crescita dello 0,7%, lo spread ai minimi storici, l’inflazione in decrescita, calcolata all’1,6%, l’aumento dei prezzi degli alimentari al consumo pari al doppio, esattamente al 3,2%, la povertà ai livelli massimi, una persona su dieci non riesce a conciliare il pranzo con la cena, si tratta di quasi 6 milioni di indigenti, quantomeno la colpa del mancato intervento correttivo, negli obblighi dell’esecutivo, esiste, eccome.
Il potere d’acquisto dei salari
A questo punto entra prepotentemente in ballo, il potere d’acquisto dei salari a dominare la scena dell’economia in Italia. Nello snocciolare i dati annoieremmo i lettori. Basta solamente citare il divario, nella media degli stipendi domestici, nel 2024, inferiore dai 6 ai 10 mila euro annui rispetto allo standard dei 27 paesi dell’Unione Europea.
Di segnali, in questa direzione ne sono arrivati diversi, della nazione in crisi sotto la cenere di previsioni ottimistiche, se soltanto volessimo ricordare le trascorse ferie estive con i cali di presenze nei siti turistici, imputati dai soliti noti all’aumento delle tariffe degli operatori del settore, in luogo dell’esigua circolazione di denaro.
E, al contrario, chi ha studiato economia, non basta leggerne, considererà sicuramente il pericolo implicito in quei tratti di territorio contingentati, l’Italia è sotto questo profilo una nazione striminzita con i suoi 302.073 chilometri quadrati di estensione, dove gli indicatori ufficiali si mantengono stentatamente aggrappati alla media europea, peraltro ridicola se paragonata alla crescita della Cina, dell’India, della stessa Russia, mentre sotto traccia, l’economia reale, per intenderci quella della strada, delle persone in carne e ossa, frana nei negozi di alimentari, nelle residenze sanitarie assistite, nelle paghette ridicole dei rider, meglio fattorini delle consegne a domicilio, nella denatalità, nella precarietà dei giovani, costretti a rinunciare al futuro.
L’esplosiva congiuntura internazionale
Nell’iniziale battuta rivolta ai critici dell’attuale governo, si voleva unicamente affermare la responsabilità storica in capo alla classe dirigente di ogni ordine e grado, succedutasi alla guida del paese, quantomeno dal varo dell’euro a oggi. Chiunque fosse dotato di sufficiente onestà intellettuale, è bene aggiungere non sia accecato dalla insostenibile leggerezza dell’essere declinata in favore dell’ignoranza, osservando i fatti nella crudezza, comprenderà quanto l’immobilismo dell’esecutivo attuale, la subordinazione alle politiche americane, sia una costante dal secondo dopoguerra a oggi. In questo atteggiamento di totale disorientamento, inoperoso sul fronte bancario, acquiescente rispetto ai produttori di armi, quantunque mitigato, raramente, da provvedimenti congrui, si sono dibattuti la quasi totalità dei governi.
Se oggi la situazione è precipitata si deve alla esplosiva congiuntura internazionale, unita alla quarta rivoluzione industriale. Insomma, il mondo è cambiato. E, cosa ardua da comprendere, un minuto del nostro attuale tempo equivale a un intero anno del passato. A una delle tante trasformazioni, l’introduzione dell’intelligenza artificiale, ne seguirà la prossima, batte ormai alla porta, il computer quantistico, in condizione di rivoluzionare, ancora una volta, la vita di noi, cittadini del pianeta.
Che fare? si chiedeva Lenin, tra i massimi artefici della rivoluzione russa dell’ottobre 1917.
Recuperare la distanza prodotta da una spaccatura, a oggi mai ricomposta, quella di chiudere i conti con il periodo fascista, con la figura di Mussolini, liquidando le divisioni in seno alla nazione, con il considerare l’Italia nella sua dimensione autentica, ovvero, la robusta nazione con una straordinaria storia alle spalle, con la sua caratteristica identità di popolo ai vertici della cultura mondiale per conoscenze, scoperte pregresse, l’acquisita e attuale capacità di precorrere i tempi, di creare in sintonia con i cambiamenti la nuova estetica globale, fornendo un significativo contributo alla formazione delle professioni del ventunesimo secolo.
Sì, esattamente, con la cultura si progredisce, si crea benessere, si punta a orientare il mondo verso la pace, la bellezza, la tolleranza e la solidarietà. Nelle corde dell’Italia e del suo popolo l’uso delle parole, i concetti, gli scritti, l’arte, la musica, la pittura, la scultura sono serviti a formare la coscienza nazionale. Adesso la nostra nazione è chiamata a guidare l’inversione di rotta, a convincere i produttori di morte a rinnegare il nichilismo, quantunque prodigo di denaro insanguinato, in favore della vita. Dai, Italia, forza Sicilia, culla di civiltà, guida tu la riscossa verso l’armonia del pianeta.
Angelo Mattone