Oggi in consiglio comunale a Catania all’ordine del giorno l’emergenza Pubbliservizi.
La richiesta di questo consiglio straordinario è partita dal consigliere Graziano Bonaccorsi durante lo scorso consiglio comunale.
«E’ una situazione grave e noi in quanto consiglieri comunali di un comune in dissesto abbiamo avuto la sensibilità di proporre questo consiglio perché riteniamo necessario portare all’attenzione non solo dell’opinione pubblica ma anche degli organi compatenti e politici superiori il problema di Pubbliservizi. Questo consiglio comunale è stato etichettato da qualcuno come un consiglio “scarso” perché non ci sono i politici. Mi sono interrogato su questo. Qualcuno ha ancora la mentalità dove chi gestisce potere, chi crea delle condizioni favorevoli dal punto di vista elettorale è considerato bravo, un politico preparato. Il risultato è che un consiglio scarso discute di questioni politiche, burocratiche e amministrative che sono nate grazie alla politica dei big che hanno ridotto in queste condizioni i lavoratori che sono in aula» spiega Graziano Bonaccorsi durante il suo intervento.
E continua Graziano Bonaccorsi
«La Pubbliservizi nasce nel 2016 come azienda che si doveva occupare di quelle attività indispensabili che offrivano servizi alla cittadinanza, al territorio. Servizi importanti di pubblica utilità come la pulizia del verde, la gestione degli impianti industriali, la manutenzione stradale. Poi nel 2000 iniziano i primi problemi legati ad esempio alla gestione. Ci fu un affidamento in house per i servizi di pulizia all’aeroporto di Catania e ci fu un caso di abuso d’ufficio che si è concluso con un nulla di fatto. Si arriva poi allo scandalo del cerchio magico. Altro scandalo, altri arresti. Poi lo scandalo dei dipendenti che prendevano la macchina per andarsene in giro. Arriviamo alle varie crisi economiche-finanziarie che si sono susseguite in questa azienda. Nel 2017 arriva la prima richiesta di concordato preventivo che viene considerata inammissibile nel 2018 determinando il processo di amministrazione controllata e la nomina dell’avvocato Perazzoli. Alla fine Pubbliservizi nel 2020 ha avuto questa fase di ristrutturazione, ha seguito il piano, ha ripresentato il concordato e nel 2022 la bocciatura. Oggi siamo qui. So che finalmente c’è uno spiraglio ovvero quelli di poter contestare con reclamo il decreto della sezione civile del Tribunale di Catania. La mia perplessità è qualora questo ricorso non dovesse avere un buon esito, chi dovrà garantire le condizioni dei lavoratori? Vorrei sapere dal Commissario quali sono le soluzioni e chi possiamo coinvolgere per garantire un livello occupazionale a questi lavoratori».
Ed è questo il punto toccato da tutti i consiglieri intervenuti. L’esigenza di garantire l’occupazione ai lavoratori, molti dei quali più che cinquantenni e, quindi, con scarse probabilità di poter trovare un’altra occupazione con facilità.
Daniele Bottino
A ricevere un grande applauso è stato Daniele Bottino: «Sembra assurdo che una società partecipata abbia dei privilegi per alcuni lavoratori. Mi sembra assurdo che esistano super minimi da fuori capo. Mi sembra assurdo che esistano dei lavorati che prendono 900 euro e altri che ne prendono 5 mila. Una società che da servizi su 333 lavoratori, 75 amministrativi. Ma è una società che da servizi o che passa carte?».
L’intervento di Paola Parisi
«Credo che i lavoratori abbiano diritto di avere dal Commissario delle risposte e credo che abbiano diritto di essere ricevuti cosa che gli è stata negata. Chi ha un ruolo deve assumersi le responsabilità e deve trovare il tempo di fare tutto soprattutto quello di dare conto a persone che rischiano di trovarsi senza un reddito. Mi auguro che venga fatta chiarezza».
A toccare un altro punto è il consigliere Luca Sangiorgio
«Questi lavoratori vanno assolutamente tutelati come priorità. Ma non dimentichiamo il fatto che la Pubbliservizi eroga servizi. Da domani la manutenzione delle strade chi la farà? La manutenzione delle scuole chi la farà? Questo è il vero problema? Non posso accettare che lo Stato, i precedenti governi, taglino ogni anno i finanziamenti verso le ex provincie. Perché hanno deciso che le provincie non esistono più e a cascata anche le partecipate provinciali».
«Ho preso in mano la situazione il 9 febbraio di quest’anno. Ho dovuto allineare tutti i documenti e li ho presentati al Presidente del Tribunale Fallimentare. Ho legittimato i 5 milioni per la ricostruzione aziendale. I lavoratori sono tutelati in ogni caso. Questo per tranquillizzarli. Il CdA si opporrà alla sentenza, si andrà in appello. Ci saranno due fasi, una relativa ai curatori e alla sostenibilità finanziaria, l’altra relativa a una proroga tecnica all’ente, o per nuovi capitolati o per nuova procedura. In questo frangente può inserirsi l’assorbimento dei livelli sociali».