Abitudinariamente lo Stretto di Messina viene attraversato da traghetti che navigano ogni giorno, ripetutamente. Eppure, si narra sia una tratta molto pericolosa, nella quale in passato diverse navi sono affondate. La pericolosità è legata alle correnti rapide e irregolari, alla presenza di forti venti e nebbia. Eppure, secondo una leggenda greca si narrano motivazioni ben diverse.
La rabbia di due Ninfe rende pericoloso lo Stretto
- Scilla era una ninfa graziosa che amava le spiagge di Zancle, (l’antica Messina) in cui spesso passeggiava. Il Dio marino Glauco, per metà pesce, vide la ninfa e se ne innamorò. Incapace di convincerla con le proprie attenzioni, chiese aiuto alla maga Circe. Questa però, a sua volta innamorata di Glauco, invece di consegnare a lui una pozione d’amore, ne fa un’altra che versa nello specchio d’acqua dove la ninfa si getta abitualmente. Non appena Scilla si immerse, divenne un essere con dodici zampe e sei teste di orribili cani. Per la vergogna la ninfa, ormai mostro, si nascose in una grotta dello Stretto di Messina, in cui vive ancora oggi.
- Cariddi era una ninfa con una bizzarra particolarità: aveva un grande appetito. Questo grande appetito fece si che quando Ercole passò dallo Stretto di Messina con la mandria di Gerione, Cariddi rubò alcuni buoi per mangiarli. Zeus, infastidito da tale azione, le scaglia contro un fulmine trasformandola in mostro. Cariddi si trova ancora oggi sullo Stretto di Messina, nella riva opposta a Scilla.
Secondo la leggenda Scilla spaventa i marinai e Cariddi risucchia le navi. La loro rabbia furibonda rende lo Stretto di Messina una tratta pericolosa. Adesso bisogna capire se credere alla leggenda o alle correnti!