Questo fine settimana a Catania, dopo due anni di stop a causa della pandemia, tornano I Barbe à Papa con “Il coro di Babele”.
“Il coro di Babele” è uno spettacolo della compagnia teatrale I Barbe à Papa con Chiara Buzzone, Federica D’Amore, Totò Galati, Roberta Giordano e Claudio Zappalà che ha scritto il testo e curato la regia. Lo spettacolo è stato selezionato al Milano Off Fringe Festival 2019 e andrà in scena da ZŌ Centro Culture Contemporanee questo sabato alle ore 21.00 e domenica alle ore 18.00.
“Il coro di Babele” affronta il tema della migrazione dei giovani italiani in cerca di fortuna, di lavoro, di meritocrazia. Sono le grandi metropoli come Londra, Parigi e Berlino a ospitarli. Sono quelle città che in quest’opera vengono identificate con un unico nome, Babele. E’ un luogo di speranza, un luogo dove poter, forse, realizzare i propri sogni, raggiungere i propri obiettivi dopo tanti, troppi sacrifici. Sacrifici che nella terra d’origine non vengono mai riconosciuti e anzi sembrano non avere mai fine.
Babele, secondo la leggenda, è un luogo dove le lingue si confusero a causa di un castigo divino. L’umanità quindi iniziò a non comprendersi più. Nello spettacolo, le storie, le lingue, i racconti, le esperienze, i sogni e le aspettative di 5 migranti si intrecciano e si confondono.
Lo spettacolo è stato scritto dal drammaturgo e regista catanese Claudio Zappalà.
E’ la storia di quasi tutti i giovani di oggi. Di chi cerca di raggiungere i propri sogni altrove, di chi cerca a tutti i costi di sentirsi a casa anche a migliaia di km di distanza e di chi invece spera ogni giorno di rientrare trionfante. E’ di fatto la storia di uno dei più grandi fallimenti di questo nostro paese che anno dopo anno “regala” all’estero talenti e giovani speranzosi.
«”Il coro di Babele” è il primo spettacolo di una trilogia sul tema della migrazione, dei traumi giovanili e della persistente condizione di ansia e insicurezza cui siamo costretti a vivere» ci racconta il regista Claudio Zappalà. «Il secondo capitolo di questa trilogia infatti si chiama “Mi ricordo”. E’ uno spettacolo sulla memoria, sull’ansia che scaturisce da tutti gli eventi degli ultimi decenni: la guerra in Iraq, la crisi economica, i modelli televisivi che trasformano la figura della donna in oggetto sessuale. E’ il racconto dello stato d’ansia vissuto dalla nostra generazione. Il terzo e ultimo capitolo di questa trilogia sarà presentato questo maggio a Ferrara e si chiama “L’arte della resistenza”. E’ il racconto della contemporaneità, della resistenza messa in atto da tutti i lavoratori per vivere e non sopravvivere».
Per informazioni e prenotazioni potete contattare anche tramite whatsApp il numero 3425572121.