Torniamo a occuparci oggi dei luoghi della nostra Isola avvolti dal mistero. Questa volta tocca al Castello di Caccamo, nel Palermitano, un luogo per il quale si narrano storie riguardanti presenze che si aggirano dentro.
La leggenda di Matteo Bonello
Fra queste la presenza senza ombra di dubbio principale è quella di Matteo Bonello, che nel 1160 capeggiò una rivolta di baroni siciliani per tendere una sorta di agguato mortale nei confronti di Maione da Bari, primo ministro del governo di re Guglielmo I, a tutti noto come Guglielmo il Malo.
Matteo Bonello, che aveva fatto edificare il castello, dopo aver portato a compimento assieme agli altri baroni l’agguato mortale nei confronti di Maione a Palermo, si rifugiò all’interno dello stesso castello. Guglielmo tentò di reagire, ma fu arrestato e spodestato, seppur per poco tempo, e vide anche l’assassinio nei confronti del figlio.
Al termine della rivolta di cui abbiamo parlato però l’esercito riprese in mano la situazione e Guglielmo riuscì a ingannare Matteo promettendogli un perdono, che però non arrivò. Matteo venne infatti imprigionato e ucciso nella sua cella vedendosi staccare gli occhi dalle orbite e i tendini.
I segreti riguardanti questa appassionante storia ce li ha raccontati Rita Lo Bello, guida turistica del castello, che ha sottolineato come alcune persone abbiano sentito la presenza di Bonello che si aggira ancora all’interno del castello.
«Matteo Bonello – ha detto la Lo Bello – portò avanti una congiura nei confronti di re Guglielmo I, che vide però l’assassinio nei confronti di Maione da Bari. Quando fu imprigionato gli vennero staccati gli occhi dalle orbite e i tendini. I racconti riguardanti la presenza dello spirito di Matteo all’interno del castello provengono da persone facilmente suggestionabili, che hanno detto come sentano qualcuno che le segua. A me personalmente non è mai capitato».
La giovane monaca
Ma come abbiamo detto quella di Matteo non è l’unica presenza. Si narra pure della presenza di una giovane monaca e la storia che la riguarda è davvero interessante.
«La presenza di questa giovane donna vestita di bianco avrebbe luogo nella mezzanotte delle notti di luna piena nella sala del camino. Essa porta un melograno e invita le persone a mangiarlo con le mani dietro la schiena senza fare cadere un chicco. Se riescono in ciò trovano un tesoro, mentre se non ci riescono rimangono chiusi nel castello per sempre. Questa monaca fu abbadessa nella chiesa di San Benedetto alla Badia a Caccamo ed era figlia di un signore del castello. Si fece monaca contro la volontà del padre e a partire dalla sua morte è tornata nelle vesti di spirito nel castello proprio per la sua bontà».
Giuliano Spina