Grande momento di orgoglio per il teatro Massimo Bellini di Catania: dieci minuti di applausi alla fine della prima mondiale dell’opera lirica Il berretto a sonagli in dittico con La lupa, andata in scena l’1 marzo e in corso fino al 9. Entrambe firmate dal compositore italiano Marco Tutino per la regia di Davide Livermore e con il libretto di Giovanni Leva, le opere sono frutto dell’impegno dell’ente nella promozione di opere contemporanee. In scena un cast d’eccellenza con Fabrizio Maria Carminati sul podio, e nei ruoli principali il soprano Irina Lungu, il mezzosoprano Nino Surguladze, Sergio Escobar in qualità di tenore e Alberto Gazale baritono.
Un’esperienza che permette di celebrare la figura e il lavoro di Marco Tutino, con la sua capacità di unire i temi tragici ad un approccio contemporaneo e cinematografico dell’opera lirica, ma anche di raccontare la Sicilia con un dialogo a distanza tra due dei più grandi scrittori dell’Isola: Luigi Pirandello e Giovanni Verga, uniti dal tema della follia intesa come sovversione dell’ordine sociale.
In questa versione operistica, tratta liberamente dal capolavoro di Pirandello, emerge la denuncia civile contro la mafia e la disparità di genere. Così come i temi dell’omertà, del coraggio della denuncia e della lotta contro gli abusi. Nell’adattamento de La lupa di Tutino, a sua volta, viene affrontato il tema del delitto di genere: l’abbinamento con la novella verghiana nasce dall’esigenza di raccontare il ruolo della donna come soggetto che sperimenta e sconta la dissonanza tra la «corda civile» e la «corda pazza». Viene qui mantenuto il forte assunto di una sessualità assoluta, che però non è più ambientata ai piedi dell’Etna, ma negli spazi suburbani e asettici di una metropoli del Nord agli inizi degli anni Sessanta.
«Ogni linguaggio – ha sottolineato il sindaco Enrico Trantino durante la conferenza stampa – può servire per opporsi alla mafia e alla disparità di genere. In questo caso, la trasposizione operistica di un caposaldo del teatro di prosa, ci invita a riflettere, attraverso i suoi personaggi, sul fatto che la realtà è ancora vittima di meccanismi di strumentalizzazione contro il giusto, laddove la menzogna accampa diritto di verità. Compito dell’arte è anche quello, oltre a costituire uno svago per i cittadini, di porre domande e sollecitare riflessioni sul nostro presente».