Il 20 febbraio resterà una data simbolica nella storia italiana. Si celebra oggi la prima “Giornata Nazionale dei Camici Bianchi” istituita nella data in cui a Codogno è stato individuato il “paziente 1”. Un anno fa, infatti, il Covid si affacciava in Italia.
“Il 20 febbraio dovrà diventare una giornata della memoria”
“Il 20 febbraio dovrà diventare negli anni una giornata della memoria, soprattutto per le nuove generazioni che non dovranno scordare quello che è successo, quel che abbiamo vissuto e stiamo vivendo in questo periodo, in particolar modo i tanti, troppi operatori della sanità che hanno perso la propria vita per cercare di salvare quella degli altri” commenta Gianluigi Spata, presidente della Federazione Regionale Lombarda degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri e presidente dell’Ordine di Como.
Il sacrificio dei “Camici Bianchi” non dovrà mai essere dimenticato. Quanti hanno perso la loro vita, colpiti dal virus, per salvare quella altrui?
Una vera e propria guerra di trincea, quella vissuta dai “Camici Bianchi” che nei lunghi mesi di lockdown primaverile del 2020, non potevano nemmeno rivedere i propri cari. Tutti il comparto sanitario è stato costretto a indossare, negli sfiancanti turni quotidiani, rigide mascherine e ingombranti tute per la sicurezza personale e dei pazienti in cura. Con grande professionalità e impegno, tutto il settore medico-ospedaliero è stato il vero eroe nella lotta al Covid che, però, non è ancora finita.
La proposta di istituire una “Giornata Nazionale” è partita dal regista Ferzan Ozpetek e il musicista Mogol che, in sinergia con FNOMCeO (la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici e Odontoiatri), hanno avviato una petizione e rivolto un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alle più alte cariche dello Stato.
Persone che non si devono dimenticare quando l’emergenza finirà
“Dobbiamo tenere vivo il ricordo delle storie di centinaia di medici, infermieri e operatori socio-sanitari che hanno salvato vite in un’emergenza pandemica senza precedenti, che hanno lavorato con grande dedizione e si sono completamente spesi per gli altri. Ma soprattutto- continua Spata- dovrà essere una giornata di ringraziamento per tutti coloro che lavorano in ambito medico sanitario, negli ospedali, nelle farmacie e sul territorio. Persone che non si possono e non si devono dimenticare quando questa emergenza sarà finita.”
G.G.