Oggi è il 25 novembre, data in cui si celebra la giornata contro la violenza sulle donne.
Giordana, Stefania, Vanessa. Ma esiste anche una Claudia, una Valentina, Laura, Rosanna, Federica…
Nel 2021 ben 104 femminicidi. Secondo i dati Istat il 58,8% delle donne è vittima di un partner o ex partner. Per femminicidio infatti, secondo la definizione di UN Women delle Nazioni Unite, si intende l’uccisione di una donna in quanto donna. Questa può avvenire quindi commessa da parte di un partner, da parte di un parente, nonché di un conoscente o un estraneo.
Paura, sconforto, rabbia, dolore. Questi i sentimenti che si provano nel leggere i loro nomi, nel leggere quasi ogni giorno una nuova storia. Una storia che purtroppo spesso parla di una violenza reiterata nel tempo. Una violenza che spesso meno frequentemente sembra non essere taciuta, ma denunciata, raccontata, gridata, ma sovente non ascoltata abbastanza.
Agire sul piano della prevenzione è oggi un importante strumento con cui poter arginare il problema. Grandi passi avanti sono stati fatti in questi ultimi anni. Sono sempre di più gli strumenti di investigazione di cui dispone la polizia dello Stato. Importante è lo strumento dell’Ammonimento del Questore, fondamentale per evitare che si possano ripetere nel tempo atti di violenza che possano culminare purtroppo in femminicidi.
Contro la violenza sulle donne a Catania
Tanti gli eventi in programma a Catania stamattina. Incontri e dibattiti per sensibilizzare soprattutto il pubblico più giovane e gli studenti sulla tematica.
Per il secondo anno Porta Garibaldi diventa una galleria d’arte. L’espressione di un NO fermo verso tutte le forme di violenza sulle donne. Quest’anno a presentare le loro opere sono tre artisti catanesi: Alessandro Famà, Maria Francesca Raffona e Laura Riolo. La mostra, organizzata dall’associazione Acquedotte_Arte, Architettura, Aree urbane, sarà aperta al pubblico fino al 27 novembre.
Il 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è un’occasione per sensibilizzare, per condannare un fenomeno, ma soprattutto è un momento in cui bisogna ricordare le vittime, donne che hanno subito una scelta. Quella di una persona che ha deciso di interrompere la loro vita. Una persona che ha stabilito che loro vita dovesse terminare. Una persona che ha spezzato non solo la vita di una donna ma anche di tanti figli, di tante madri, di tanti padri, fratelli e sorelle che non potranno più riabbracciare la vittima.