Domenica mattina, intorno alle 9,30, il Museo del Louvre di Parigi è stato teatro di un furto che ha lasciato tutti senza parole. Un gruppo di ladri ha fatto irruzione nella Galerie d’Apollon, la sala che custodisce i gioielli della corona francese, portando via otto pezzi di valore inestimabile. L’azione è durata meno di dieci minuti e ha costretto il museo a chiudere temporaneamente le sue porte.
Secondo le prime ricostruzioni, i ladri sono arrivati da un lato del palazzo usando una piattaforma elevatrice, probabilmente fingendosi parte di un gruppo di manutenzione. Hanno rotto una finestra, sono entrati nella galleria e hanno colpito in modo mirato. Nessuno è rimasto ferito e il furto è avvenuto quando il museo era appena aperto, con ancora pochi visitatori all’interno.
I gioielli rubati
Tra i gioielli rubati ci sarebbero una tiara appartenuta all’imperatrice Eugénie de Montijo, moglie di Napoleone III, una collana di smeraldi donata da Napoleone I a Marie-Louise d’Austria, e altri pezzi risalenti al XIX secolo. Un diadema danneggiato è stato ritrovato nei pressi del museo poche ore dopo.
Il valore complessivo del bottino è stimato in decine di milioni di euro, ma il vero danno è culturale: molti di questi oggetti facevano parte della collezione permanente del Louvre e rappresentavano un patrimonio storico unico.
Le autorità francesi hanno definito l’operazione “altamente organizzata”. Il ministro della Cultura ha parlato di «attacco al cuore del patrimonio nazionale», mentre il presidente Macron ha chiesto un piano di sicurezza rafforzato per tutti i principali musei del Paese. Le indagini sono affidate alla Brigade de Répression du Banditisme, la sezione specializzata nei furti d’arte. Gli inquirenti stanno analizzando le immagini delle telecamere e seguendo la pista di un gruppo internazionale, con contatti anche fuori dall’Europa.
Cosa temono gli esperti?
Gli esperti temono che i ladri possano smontare i gioielli per rivendere separatamente diamanti, smeraldi e oro, rendendo impossibile un eventuale recupero. È quello che accade spesso nei furti di alto profilo, dove i pezzi vengono “disassemblati” per cancellarne l’origine. Un restauratore del museo ha spiegato che ogni oggetto era catalogato e fotografato nei minimi dettagli, e che anche un singolo frammento «potrebbe aiutare le indagini».
Il Louvre ha riaperto parzialmente il giorno successivo, ma la Galerie d’Apollon resterà chiusa fino a nuovo ordine. L’atmosfera all’interno del museo è tesa: personale e visitatori parlano di un colpo che sembrava impossibile”, proprio nel luogo simbolo della protezione del patrimonio mondiale.
Il furto ha riacceso il dibattito sulla sicurezza dei musei e sul mercato nero dei gioielli antichi, un settore dove i pezzi rubati vengono facilmente riciclati e dispersi. In attesa di sviluppi, resta una certezza: una parte della storia francese è sparita, e riportarla indietro non sarà semplice.