Il noto scrittore palermitano Fulvio Abbate ha deciso di lanciare la sua opera letteraria Lo Stemma come candidata al prestigioso Premio Strega, con l’intenzione di sfidare e contrastare ogni forma di favoritismo e amicizia nel processo di selezione.
Abbate, dichiarandosi “amico della domenica”, sostiene che il suo romanzo meriti di essere considerato per l’edizione del 2024 del rinomato premio letterario. Lo Stemma, pubblicato da La Nave di Teseo, è descritto come un anti-Gattopardo, un’opera che esplora il talento nascosto della mediocrità nell’odierna Palermo.
La trama del romanzo si sviluppa nel contesto contemporaneo della città siciliana, focalizzandosi sulla vita quotidiana di una principessa e delle personalità circostanti. La protagonista, Costanza Redondo di Cosseria, è ritratta come una figura poco intelligente, circondata da individui altrettanto modesti ma fermamente convinti di brillare in un presunto epicentro del mondo.
Personaggi come Vittoria Cilona della Ferla, una stentata dama letteraria intenta a emulare le pagine di Tomasi di Lampedusa; Duilio Vitanza, usciere regionale coinvolto nel mondo dell’occulto in modo ridicolo; Penny Capizzi, una figura mafiosa e femminista; Ruggero Barraco, organizzatore di eventi culturali che cerca di ottenere l’appalto del Carro del Festino di Santa Rosalia; e Brando Sucato, un commerciante di moquette bianca. Tutti questi personaggi contribuiscono a mettere in discussione i luoghi comuni e la retorica legati a un topos letterario tra i più affermati nel turismo letterario nazionale.
L’opera si distingue per la sua capacità di sfidare le convenzioni e di esplorare in modo critico i cliché associati a questo specifico genere letterario. Con il suo romanzo, Fulvio Abbate cerca di aprire una riflessione su questioni più ampie, mettendo in discussione la validità delle aspettative comuni e dei preconcetti legati al turismo letterario nazionale. La sua autocandidatura al Premio Strega sembra essere un audace tentativo di far emergere la qualità e l’originalità della sua opera, con una velata (e neanche troppo) critica sociale.