Catturare l’anima di una città è estremamente complesso, soprattutto se questa è animata da forti contraddizioni come Catania.
Tuttavia, Ettore Sottsass sembra essere riuscito nell’impresa attraverso una serie di scatti realizzati tra gli anni Novanta e Duemila, protagonisti dell’esposizione “CATANIA MIA!”, allestita nel Museo Civico “Castello Ursino”, curata da Barbara Radice con Iskra Grisogono con la direzione artistica di Christoph Radl e prodotta dalla Fondazione OELLE Mediterraneo Antico ETS.
La mostra, visitabile tutti i giorni dalle 9:30 alle 19:00, rimarrà aperta fino al 21 maggio del 2023.
Ettore Sottsass nasce nel 1917 ad Innsbruck e muore nel 2007 a Milano. Prevalentemente noto come architetto e designer, egli fu in realtà una persona estremamente poliedrica, come testimoniato dalla pratica artistica della fotografia e della ceramica e dalla scrittura di saggi, appunti e recensioni.
Per quanto riguarda la prima, egli viene definito nel comunicato stampa della mostra come un “fotoreporter della vita”, fortemente incuriosito da questa forma artistica fin da ragazzo.
Le foto sono disposte per raggruppamenti nello spazio espositivo, che termina con la proiezione di due documentari: “ETTORE SOTTSASS, Design Interviews”, realizzato dal Museo Alessi con la regia di Anna Pitscheider e “Il treno di Sottsass”, prodotto da 3D Produzioni con la regia di Valeria Parisi.
Queste proiezioni sono significative perché segnano una continuità dell’attività di Sottsass come fotografo con quella di architetto e designer: il fil rouge che connette tutte le realizzazioni del maestro è una profonda attenzione al rapporto che si instaura tra spazio ed essere umano.
Il rapporto con Catania è contraddistinto dall’affetto e dalla curiosità: l’affetto per una terra, la quale sembra essere divenuta una seconda casa per l’artista e la curiosità immancabile per qualcosa che non può essere conosciuto fino in fondo.
Sottsass, rappresenta la città di Catania da svariati punti di vista: dalle chiese e i palazzi barocchi alla fiera, la pescheria, i quartieri storici, le vie e gli angoli più degradati della città.
Anziché cedere ad una rappresentazione idilliaca della città, l’artista riesce a catturare la magia nella realtà quotidiana. Sia nelle ambientazioni affollate che in quelle completamente deserte è percepibile il respiro di una città oggetto di innumerevoli stratificazioni storiche e culturali.
L’uso del bianco e nero nella maggior parte delle foto conferisce una dimensione quasi epica alle immagini e ha anche un effetto quasi straniante, offrendo una visione della città inusuale: non necessariamente quella dei catanesi ma quella percepita dall’artista.
Da questo punto di vista, risulta appropriata la scelta espositiva di accostare più foto tra loro, formando dei gruppi: in questo modo, anziché fermarsi a contemplare le singole foto, il visitatore può avere una visione d’insieme e il suo sguardo coincide con quello dell’artista.
“CATANIA MIA!” è un esperimento interessante sia per un pubblico catanese che non: mentre il primo ha modo di osservare diversamente una realtà alla quale è forse troppo abituato, il secondo ha l’opportunità di scoprire la città in maniera innovativa, attraverso gli occhi di chi, Catania, l’ha amata e vissuta profondamente.