E’ rientrato in Cattedrale a piazza Duomo, il fercolo di Sant’Agata.
La lunga processione del giro interno si è conclusa intorno alle 12.30, tra emozione, commozione e stanchezza per le 20 ore circa di cammino devozionale che si è mosso con particolare lentezza, ma in sicurezza.
Tutto è andato bene, lungo il cordone, ad eccezione della notizia del terremoto in Turchia diramato dalla Protezione civile nazionale con l’allerta rossa per il rischio tsunami; allarme fortunatamente rientrato.
All’incrocio dei “Quattro Canti”, il momento più lungo di attesa, per motivi tecnici dovuti alla manovre necessarie affinché i cordoni, fossero messi in posizione per la salita, percorsa a passo d’uomo, lentissimo.
Sul fercolo per questi intensi momenti processionali oltre al parroco della Cattedrale Mons. Barbaro Scionti, anche l’arcivescovo S.E. Mons. Luigi Renna.
Crica di emozione, come sempre, la sosta davanti al Monastero di San Benedetto, guidata quest’anno dal nuovo cappellano Padre Nino La Manna, che ha voluto far precedere il canto di Agata eseguito in latino dalle monache Benedettine del SS. Sacramento, da un momento di corale e partecipata preghiera.
Da via Garibaldi l’unica corsa verso la cattedrale. Tra lo sventolio dei fazzoletti bianchi, all’interno del duomo, il sacro busto di S. Agata è stato posto sull’altare maggiore per un ultimo momento di intensa preghiera e poi la “cammeredda” e un arrivederci al 12 febbraio.