Dalla galleria di regia, in alto, una ragazza dai capelli ricci e biondi dirige la scena come un maestro d’orchestra. Nessuno la nota, perché tutti gli occhi del pubblico sono concentrati su quanto accade davanti a loro, ma anche lei, a vedersi, è uno spettacolo. Se le sue braccia vanno indietro, le luci dei fari rossi investono tutto il pubblico; se quello stesso braccio si alza, la musica ha un sobbalzo. Per lo spettacolo delle 18.00 al Teatro Ambasciatori, che mette in scena Dracula, a dirigere c’è Carolina Pulvirenti, assistente alla regia di Alessandro Incognito, regista, attore e direttore artistico della Poetica Produzioni.
Parlando di questo spettacolo, che rappresenta una preziosa perla nel panorama delle produzioni teatrali catanesi, sembra doveroso soffermarsi sulla produzione. Lo spettacolo è davvero bello, bello. Un lavoro immenso che mette insieme costumisti, sarte, macchinisti – che in questo spettacolo hanno avuto molto da fare – coreografa, truccatori, parrucchieri, assistenti di produzione, attrezzisti, direttore musicale, scenografi e drammaturgo. Sicuramente, nel caso di Dracula di Poetica Produzioni, dimentico qualche figura e di questo chiedo venia, ma dietro agli attori impegnati in prima linea c’è tutto quel lavorio che è tipico di una produzione teatrale completa.
Lo spettacolo, come promesso dal manifesto, è immersivo. Nel vero senso del termine, e non c’è rischio di spoiler, visto che, ahinoi, al momento non è prevista un’altra replica. Tutte le messe in scena sono andate sold out, e al termine di ogni spettacolo il pubblico ha risposto con una standing ovation. Dalle casse poste ai lati della platea, lungo tutto il teatro, arrivano vampiri molto credibili che letteralmente si gettano sul pubblico. In questo caso, sarebbe più corretto dire che sovrastano il pubblico, poiché anche chi stava in posizione centrale poteva subire le minacce del vampiro di turno.
Bravissima Laura Sfilio, performer teatrale ma soprattutto soprano, che interpreta Mina, in lotta per l’amore tenero che la lega al marito e l’attrazione suscitata dal carismatico e affascinante principe delle tenebre. Il cast di attori-performer è diviso tra attori, ballerini e musicisti. Questa versione di Dracula è un musical e, persino per una come la scrivente, che non va d’accordo con i musical, risulta piacevole. Se non altro perché i momenti musicali concedono una vera e propria pausa dalla tensione, che si riesce a provare grazie al magistrale gioco di luci, studiato per coinvolgere il pubblico, e grazie alle performance degli artisti.
Al di là di tutto, Dracula conserverà sempre il suo fascino, ma, come nella musica, è facile sbagliare un grande classico. Per cimentarsi in una produzione del genere o sei bravo o la messa in scena diventa insopportabile. Ottima la scelta dei tempi. Lo spettacolo dura esattamente un’ora e mezza, e lascia un po’ d’amaro in bocca quando finisce. Le scenografie sono eccellenti, doverosi quindi i complimenti ad Artefatto Allestimenti. Un plauso alla coreografa Erika Spagnolo, e, su tutti, regna il regista, che non ha solo curato la direzione ma anche l’adattamento teatrale e il fantasmagorico light design.
L’unico neo forse è la qualità dell’acustica durante l’esecuzione delle parti cantate, ma per il resto si tratta di uno spettacolo godibilissimo, realizzato da una macchina tutta siciliana, e di questo siamo fieri. Che noia ora tornare al teatro per vedere le solite produzioni proposte e riproposte da cent’anni.