Le discoteche italiane sono chiuse da un anno. Assointrattenimento-FederTurismo chiede regole chiare e interventi urgenti al Governo.
Sono oltre 3000 le aziende e 90.000 i lavoratori “abbandonati” che “chiedono un intervento urgente”. Nella nota inviata da Assointrattenimento-FederTurismo si comunica che le diverse associazioni di categoria sono state convocate dal MIBACT sull’effettiva capacità di una futura riapertura dei locali di spettacolo.
“Noi ci siamo fatti trovare pronti: negli ultimi 8 mesi, anziché lamentarci, abbiamo lavorato proprio per la futura riapertura e insieme a UNI, dopo intensi confronti e studi, abbiamo elaborato un documento nel quale sono definite le linee guida sulle soluzioni da adottare nelle discoteche e nei locali di Pubblico Spettacolo per la protezione dei lavoratori e degli avventori, certificate da UNI con la prassi di riferimento UNI/PDR 95.4:2020”.
“In un anno il Governo è rimasto immobile”
“In un anno il Governo è rimasto immobile, cieco di fronte all’agonia della aziende e sordo a tutte le richieste e proposte ricevute, non adottando alcuna strategia né adeguato provvedimento per la tutela del settore. Tale atteggiamento è inaccettabile” ribadiscono da Assointrattenimento.
Il settore, infatti, è stato messo in ginocchio dall’emergenza pandemica Covid-19 senza ottenere nessun significativo aiuto da parte del Governo. Assointrattenimento aveva, inoltre, proposto di allestire le grandi sale discoteca come luoghi dove somministrate i vaccini. Una proposta interessante rimasta, però, sulla carta. “Le nostre aziende-continuano- non producono mattoni, non sono coinvolte in filiere produttive manifatturiere ma offrono divertimento, svago, emozioni. Non può essere, pertanto, paragonato ad altri settori produttivi “strategici”. La nostra “strategica” azione dovrebbe essere quella di intercettare i bisogni della popolazione che intende svagarsi in sicurezza e permettere alla cittadinanza”.
“Dovremmo essere considerati alleati del governo”
Dal settore chiariscono: “Dovremmo essere, quindi, considerati dei fidati alleati del governo anziché un comparto pericoloso e discriminato. Nei fatti l’azione dei governi, a colpi di norme amministrative, vessazioni fiscali e continui inasprimenti delle regole, ha distrutto la capacità del settore di essere profittevole e innovative”.
Le richieste del settore
Il comparto, di conseguenza, chiede allo Stato: “Stabilire regole certe, non attraverso annunci o chiacchiere ma tramite una sintesi delle varie richieste e proposte avanzate dalle Associazioni di categoria fin dal 27 aprile 2020. È necessario fissare delle regole certe mediante le quali gli imprenditori possano organizzare la loro azienda e, se ne sono capaci, di riattivare la propria attività. Tutto questo, però, non sarà possibile senza regole chiare e puntuali”
G.G.