Su D&G a Siracusa bisognerebbe limitarsi ad ammettere che – tra polemiche e chiacchiere da bar – è l’unico vero evento in Sicilia di portata realmente internazionale. Per gli ospiti, per il target, per la capacità di mezzi e investimento, per pubblico di riferimento e appeal massmediatico.

Un evento privato – e blindato, è vero – ma che, in mezzo a tante sagre della cucuzza e del ficodindia, non solo vanta un respiro glamour globale ma ha anche una ricaduta economica sul territorio con gli oltre 700 ospiti a carico. Non tanto per la putìa della zia Peppina quanto per il settore turistico e alberghiero – tra food, catering e transfer – e per le oltre 900 maestranze impiegate (scenografia, beauty, security, accoglienza, ecc). Non è mecenatismo e nemmeno un evento per Siracusa e i siracusani. È il marketing, bellezza! E pure di altissimo livelllo.
Tra celebrities autentiche come Sharon Stone, Helen Mirren, Drew Barrymore, Tornatore e altri premi Oscar. Tra Jennifer Lopez, Ben Affleck, Beyoncé, Kris Jenner, Heidi Klum, Lewandowski, Anna Wintour e Mariah Carey fuori stagione. Perché Ortigia e la Sicilia sono un set a cielo aperto e con la moneta si può far tutto. Specie quando la (auto)promozione la fa un privato di tasca propria e non cialtronissimi enti o amministratori pubblici che sfottono interi capitali per confezionare eventi “internazionali” come è vero che Ramacca è meta del turismo di lusso.
Siracusa si è rifatta un po’ il look e l’immagine di un brand (e della Sicilia) va in giro per il mondo. Grazie a Domenico e a Stefano. E non certo alla politica regionale. Il resto – tra eventi, eventini e folkloristiche cialtronerie locali – è solo invidia e rosicamento da popolino. Ma di quello scarso.