The Sicilian Wanderer, così è noto Dario Cascio palermitano innamorato della sua Sicilia che da anni vive in Irlanda. Oltre 4100 followers su Facebook. Alcuni suoi documentari su Youtube hanno superato le 11 mila visualizzazioni. “Gli italiani del fiume Lee” è il suo documentario di successo.
Dario, costantemente con il mal di Sicilia, è innamorato anche dell’Irlanda. Lo si capisce da come ne parla. Vive stabilmente da anni con la sua famiglia a Cork dove si occupa di localizzazione. Come un gioco inizia questo suo hobby mosso soprattutto dalla voglia di unire la Sicilia e l’Irlanda. Due isole simili per storia e fenomeni. La prima è la sua terra d’origine, il suo porto. La seconda lo ha accolto ed è quella che oggi giornalmente lui chiama casa.
Parlare con Dario è interessante perché ha tante storie da raccontare. Ed è quello che lui vuole fare attraverso i suoi video, i suoi documentari.
«Ho iniziato quasi per caso, non c’era un vero e proprio disegno dietro. Io ho sempre lavorato a contatto con i clienti . Lavoravo in un’azienda qui a Cork, mi sono sempre occupato di localizzazione. Si tratta di servizi linguistici sopratutto con intelligenze artificiali. E’ un settore bellissimo. Quindi realizzavo già delle video interviste. Ero giù in Sicilia in vacanza e avevo tutto l’occorrente. Ho pensato di realizzare così il mio primo video a Torretta Granitola in provincia di Trapani e da li ho continuato. Ho aperto una pagina su Facebook. Non volevo solo mostrare luoghi, volevo connettere la Sicilia all’Irlanda. Sono due isole che hanno una storia abbastanza simile. Ho iniziato a raccontare storie. E’ diventato un progetto culturale. Ho continuato per quasi un anno fino a quando l’anno scorso ho deciso di realizzare il mio primo documentario su Spike Island, una sorta di Alcatraz dell’Irlanda. Un isolotto prigione che c’è qui a largo di Cork. Realizzare questo documentario mi è piaciuto molto e ho iniziato a dare un’impronta un pò più da documentario a quello che faccio».
Un hobby, una passione che Dario coltiva durante il week end, mosso proprio da questa voglia di raccontare, di sentirsi sempre parte delle storie di Sicilia.
«E’ comunque sempre un progetto da week end perché continuo a svolgere il mio lavoro. Il week end lo dedico a quest’attività creativa. Non ho intenzione di monetizzare su questo. Ho fatto un altro documentario a dicembre sulla comunità italiana di Cork e questo mi ha dato molte soddisfazioni. Si chiama “Gli italiani del fiume Lee“. Ho parlato di storie personali. C’è ad esempio la storia di due siciliani, uno qui a Cork ha aperto un bar e fa delle cose buonissime. In pochissimo tempo è diventato un punto di riferimento. Ci trovi tutta la colazione (e non solo!) siciliana, ti sembra di essere a Palermo o in qualunque altro luogo della Sicilia quando entri li dentro. La comunità italiana, in particolare quella siciliana, qui sta crescendo molto. Cresce perché molti sono costretti ad andare via e sono sempre di più le famiglie a dover andare via. C’è un problema che forse viene ignorato o non considerato troppo. Siamo abbagliati dai discorsi sull’immigrazione e non consideriamo un problema importante come questo».
La voglia di raccontare non è mai abbastanza e da due mesi Dario ha avviato un altro interessante, a volte anche divertente, progetto.
«Da circa due mesi ho avviato un format che si chiama “60 Secunti”. Sono delle storie siciliane raccontate in sessanta secondi. La ripresa è in bianco e nero con la mia faccia in primo piano. Non sono storie comuni, è un mix di storie meno comuni, fatti storici e fatti personali come racconti di mio nonno, racconti della vita di tutti i giorni».