«Nonostante la sua autorevole considerazione, che rispetto ma che con educazione non condivido, credo di avere il diritto costituzionalmente riconosciutomi e forse anche il dovere di vivere la mia vita da libero e coltivare il mio impegno politico e sociale dopo avere pagato i miei errori con grande sofferenza».
Queste le parole dell’ex governatore della Sicilia Totò Cuffaro, che commenta le parole del giudice Alfredo Morvillo, fratello di Francesca assassinata nella strage di Capaci trent’anni fa, dove persero la vita anche Giovanni Falcone e gli agenti di scorta.
Ieri Morvillo aveva detto che «a trent’anni dalle stragi nell’Isola c’è chi strizza l’occhio a personaggi condannati per mafia e c’è una Palermo che gli va dietro e li sostiene».
Nonostante Morvillo non avesse fatto nomi, il riferimento era evidente che fosse a Marcello Dell’Utri condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e Totò Cuffaro, che ha scontato cinque anni di carcere per favoreggiamento personale verso persone appartenenti a Cosa nostra e rivelazione di segreto istruttorio.
«Non basta dire la mafia fa schifo, salvo poi venire condannati proprio per mafia» aveva detto Morvillo riferendosi alle dichiarazioni pronunciate dal leader della Nuova Dc, quando era Presidente della Sicilia.
A Palermo la Nuova Dc sostiene Roberto Lagalla, candidato sindaco del centrodestra.