Le preclude la vita sociale, le vieta di intrattenersi in un qualunque modo con le amiche e crede che abbia l’amante. Così la picchia e le sputa in faccia davanti al figlio.
Violenze su violenze, una dietro l’altra, Questa volta è toccato ad una donna di 31 anni vittima del suo compagno. L”uomo, che la vessava dal 2015, era eccessivamente apprensivo nei suoi confronti. Era convinto che lei avesse l’amante e così non si è trattenuti alle minacce e vessazioni.
Ad intervenire la Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito di indagini a carico del 33enne indagato per il reato di maltrattamenti in famiglia, che ha richiesto ed ottenuto nei suoi confronti la misura cautelare della custodia in carcere, eseguita dai Carabinieri della Stazione di Tremestieri Etneo.
Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, hanno fatto luce sulla condotta posta in essere dall’uomo sin dal 2015 allorché, la compagna 31enne dell’uomo, aveva con quest’ultimo allacciato una relazione sentimentale convivendo sotto lo stesso tetto e procreando con lui un figlio.
Sin dall’inizio il loro rapporto era però stato caratterizzato dal comportamento violento ed aggressivo dell’uomo nei confronti della compagna. Ingiustificatamente motivato da una morbosa gelosia l’uomo ha iniziato a precluderle un normale svolgimento di relazione sociale con le amiche. Per tenerla sotto controllo la vessava e le controllava spesso computer e cellulare.
Lo scorso luglio, dopo aver verificato le notizie sul profilo della compagna su un social network era arrivato alla sbagliata conclusione che lei intrattenesse un rapporto sentimentale con un amante.
Questo lo avrebbe spinto a picchiare più volte la compagna, oltre che ingiuriarla dinanzi al figlioletto e sputandole in faccia.
La donna in seguito aveva interrotto la relazione sentimentale ma l’ex compagno, lo scorso 6 settembre, l’aveva tempestata di sms dal contenuto minaccioso stante i quali, oltre alle ingiurie rivelatele, le preannunciava che avrebbe pagato per la sua scelta di troncare il loro rapporto.
In effetti, proprio il giorno successivo, l’uomo ha tentato d’introdursi all’interno dell’abitazione dove ella ormai dimorava unitamente ai genitori, alla sorella ed al figlio. Le ripetute attività intimidatorie dell’uomo, solo consequenziali a quelle violente e denigratorie tenute durante l’ormai conclusa relazione amorosa, hanno piegato la resistenza psicologica della donna. Giunta allo stremo ha riferito i fatti ai militari delegati delle indagini. Le autorità hanno fornito alla Procura della Repubblica gli elementi indiziari che hanno consentito al giudice di emettere la misura cautelare.