«Stiamo assistendo in questi mesi ad una erogazione di fondi statali importanti, sia per teatri pubblici che privati. Senza però avere la garanzia che saranno impiegati per la produzione di spettacoli e coinvolgendo il più alto numero di lavoratori possibili», a segnalarlo con una nota ufficiale è la SLC Cgil di Catania.
Nei giorni scorsi, infatti, il Ministero e la Regione Siciliana, per fronteggiare l’emergenza epidemiologica, hanno stanziato altri nuovi aiuti economici per i teatri pubblici e privati.
Serve una “certificazione di pagamento”
«Siamo felici – spiegano il segretario generale della Slc Cgil di Catania, Gianluca Patanè e il responsabile del Dipartimento Artiste e artisti, Luigi Tabita- di apprendere che nella lista dei teatri privati che hanno presentato la documentazione e che dispongono i requisiti richiesti, vi siano anche due teatri importanti di Catania, ossia il Teatro ABC ed il Teatro della Città».
«Come in ogni parentesi emergenziale riteniamo sia indispensabile preservare le realtà produttive che alimentano l’indotto culturale ed economico di segmenti anagrafici e sociali diversi. Ma ci auguriamo fortemente che questi teatri investano le cifre ricevute per produrre lavoro, rispettando soprattutto il contratto nazionale in tutte le sue articolazioni. In passato purtroppo questo non è sempre accaduto e per queste ragioni, la Slc Cgil ha presentato nei mesi scorsi all’ assessore regionale Manlio Messina una piattaforma rivendicativa».
Si è richiesta, infatti, la garanzia di una “Certificazione di pagamento” da inserire nel FURS (Fondo Unico Regionale dello Spettacolo). All’interno si contempla, infatti, che i i teatri per poter accedere al contributo regionale producano la certificazione dell’avvenuto pagamento degli artisti della stagione di riferimento. Questa nostra proposta, accettata dall’ assessore, ha visto l’impegno di Manlio Messina nell’inserirla a decorrere subito dal 2021».
Per i prossimi mesi, alcuni teatri sono al lavoro per organizzare piccoli lavori ma la maggior parte degli enti non produrrà nulla.
«Non vorremmo -concludono Patanè e Tabita- che con questi fondi, nati per aiutare anche i lavoratori, i teatri stiano invece pagando debiti pregressi in modo da sanare bilanci che in molti casi sono in perdita. Se così fosse, significherebbe che non si sta affatto avviando il percorso che abbiamo condiviso nei vari tavoli istituzionali. Pertanto riteniamo urgente e fondamentale far diventare regola certa la nostra proposta e avviare da subito un tavolo permanente di confronto con la Regione Siciliana».