Rischio zona rossa per il Comune di Capizzi, in provincia di Messina. Alla base dell’ipotesi: il moltiplicarsi, incontrollabile, dei contagi da Covid-19. E alla base della diffusione? Una festa abusiva in un locale di Nicosia, con 150 partecipanti. Sembra questo evento, infatti, il responsabile della propagazione dei contagi da Coronavirus. Sarebbero già 58 i positivi, mentre, 25 attendono l’esito del tampone.
“Un quadro a dir poco terrificante, diffusione capillare del virus tra le famiglie capitine”. Queste le dichiarazioni del sindaco del comune messinese, Giacomo Leonardo Purrazzo. Ed effettivamente il quadro sembra, realmente, terrificante visto che gli abitanti del paesino sono appena 3.000. Il primo cittadino, adesso, chiede al governo Musumeci di mettere al sicuro tutta la comunità istituendo la zona rossa.
Festino abusivo
Ripercorrendo la possibile origine della diffusione del contagio emerge chiaramente un’assidua partecipazione ad un festino privato tenutosi in un locale della vicina Nicosia, in provincia di Enna. Alla festa, palesemente abusiva, sarebbero state presenti ben 150 persone, in maggioranza provenienti da Capizzi. Da un lato divertimento ma dall’altro pericolo. Il sindaco del Comune messinese, infatti, proprio il primo giorno del nuovo anno annuncia, tramite un video sui social, la prima vittima di 68 anni, risultata positiva a seguito del focolaio natalizio che si è venuto a creare.
Codacons presenta esposto alle Procure della Repubblica di Messina ed Enna
In merito al caso il Codacons presenta oggi un esposto alle Procure della Repubblica di Messina e di Enna in cui chiede di aprire una indagine per la fattispecie di concorso in epidemia colposa. “È necessario appurare se l’elevato numero di contagi registrato nel comune di Capizzi sia riconducibile alla festa abusiva organizzata nei giorni scorsi a Nicosia (En) alla quale avrebbero partecipato molti giovani residenti a Capizzi- spiega il Codacons- In un momento di grave emergenza per il paese, permettere assembramenti attraverso eventi e feste appare del tutto illecito, a maggior ragione se durante tali party non vi è alcun controllo circa l’uso delle mascherine e il distanziamento sociale”.
“Riteniamo- continua il Codacons- che la magistratura debba aprire una indagine sul caso, verificando le responsabilità sia delle istituzioni locali, sia degli organizzatori della festa e di coloro che vi hanno preso parte, per la possibile fattispecie di concorso in epidemia colposa”.