Tra risposte date (come l’analisi dei numeri dei contagi in città e provincia, da considerare in relazione al numero di abitanti, e la strenua difesa del servizio sanitario catanese) e non date (nessun cenno da parte del sindaco Salvo Pogliese è stato fatto in merito alla richiesta di convocazione della Conferenza permanente sulla Sanità e sul pressing da dover fare in Prefettura per sollecitare maggiori controlli in città e soprattutto nelle periferie per controllare, ad esempio, gli assembramenti che si creano fuori dalle Poste, dagli uffici pubblici causa “scadenze fiscali”, ma soprattutto dalle scuole), la discussione del consiglio comunale straordinario sull’emergenza Covid 19 di ieri sera si è conclusa in circa quattro ore, dalle 19 fino ad appena prima dello scoccare della mezzanotte.
La votazione dell’aula è slittata a mercoledì 27 gennaio.
Erano collegati in videoconferenza l’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza e i vertici dell’Asp, il direttore generale Maurizio Lanza e il direttore sanitario Nino Rapisarda, oltre al commissario per l’emergenza Covid Pino Liberti.
Anche una decina di consiglieri hanno preferito essere presenti in maniera virtuale: «Stasera – ha commentato il presidente del consiglio comunale Giuseppe Castiglione – sono stati presenti tutti e 36 i consiglieri (in particolare intorno alle 20.20), la discussione è stata equilibrata e rispettosa dell’istituzione, dei ruoli e del delicato argomento. Ringrazio l’assessore regionale e l’Asp per aver seguito con attenzione tutta la discussione”. Presenti tutto il tempo gli assessori Fabio Cantarella, Alessandro Porto e Giuseppe Arcidiacono, oltre a Sergio Parisi. Fin qui i “convenevoli”.
Dopo ben sedici interventi dei consiglieri è stato l’assessore Razza a dare la notizia con le dovute precauzioni: « I dati di questi giorni segnalano un abbassamento nei contagi, ma lo sforzo finale deve proseguire, sono ottimista nel prosieguo della campagna vaccinale».
Botta e risposta tra Razza e Pogliese
E ha tenuto a sfatare alcune “false notizie”: «Non mi meraviglia che la città e la provincia di Catania abbiano il numero più alto di casi individuati, e si tratta di asintomatici e paucisintomatici. Il lavoro svolto nei mesi della pandemia ha oggi una capillarità più ampia tale da consentirci di individuare i positivi e isolarli a domicilio, solo nelle feste natalizie sono stati sottoposti a monitoraggio 130 mila persone nei drive-in, il presidio dell’aeroporto
di Catania è stato individuato a livello nazionale per maggior numero di test effettuati e velocità nella consegna dei referti. Incrociando questi dati con l’incidenza dei dati ospedalieri, quindi l’indice di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e quelli di degenza ordinaria, vediamo che sono stabilmente sotto i parametri del Dpcm e da nove settimane non siamo in sofferenza nei pronto soccorso».
«Quindi noi oggi -prosegue Razza-non dovremmo essere preoccupati per il numero di positivi, a causa del mancato contenimento interpersonale. Ma se il nostro sistema sanitario non fosse in grado di intercettare i positivi e ricoverare le persone, e così non è».
«Non è vero – ha precisato Pogliese – che la nostra città ha il primato regionale e nazionale di contagi, i dati bisogna saperli leggere e comparati rispetto al numero degli abitanti del territorio. Così facendo ieri, ma anche nei giorni precedenti, Catania si piazza al quarto posto in Sicilia dietro Caltanissetta, Palermo e Trapani. Dal 28 novembre sono stati eseguiti ben 114.121 tamponi, di cui 34.254 all’ex mercato ortofrutticolo di San Giuseppe La Rena e 52.027 all’aeroporto».
«È stato detto – è stata la stoccata di Razza – che i nostri posti letto non corrispondevano alla realtà, ma noi siamo persone serie e se sulla carta ci fossero stati posti non disponibili si sarebbe commesso un reato, nessuno è disponibile a infrangere la legge. Ogni decisione del governo Musumeci – ha precisato ancora – è stata sempre presa di concerto con il ministro della Salute, in un dialogo fecondo e a volte di contrasto, che c’è stato, ad esempio, in merito alla zona arancione decisa per la Sicilia e attribuita in base a una classificazione rispetto ad altri territori regionali che presentavano condizioni più gravi».
“Catania è la città con la migliore qualità di servizi ospedalieri ed edilizia sanitaria”
«Siamo una delle poche regioni -sottolinea l’assessore regionale alla Salute- ad aver avviato un sistema integrato con la sanità privata e aver individuato le Rsa per pazienti Covid in via di guarigione e favorire il turn over in ospedale. Io sono orgoglioso di poter dire che Catania è la citta d’Italia con la migliore qualità di servizi ospedalieri e edilizia sanitaria, pensiamo se non avessimo aperto il San Marco, oggi uno dei più importanti presidi Covid italiani, o se non avessimo aperto il pronto soccorso del Policlinico e raddoppiato quello del Garibaldi centro. Quella sugli ospedali dismessi è solo una suggestione, perché chi lavora in sanità sa che il tema non è il contenitore, ma la dotazione di personale sanitario. Oggi paghiamo i tagli del passato, parliamo ad esempio di 30 miliardi fra il 2012 e il 2017, e stiamo ricostruendo ex novo, insieme alle nove Asp, in particolare quella di Catania, un sistema anche attraverso le Usca, i giovani medici dell’unità assistenziale, chi lavora a contatto diretto con il pubblico, ma anche gli informatici e gli amministrativi».
«Ringrazio gli operatori sanitari perché in questo difficile contesto stanno fronteggiando una prova che nessuno aveva mai affrontato, in un momento complesso, ma di riabilitazione del servizio sanitario, anche a livello nazionale. Inoltre i dati diffusi oggi dagli uffici dal commissario Arcuri danno la Sicilia più avanti di tutti su progetti e cantieri aperti nell’edilizia ospedaliera».
Infine sui vaccini: «Non c’è dubbio – ha specificato Razza – che vengano da tutti percepiti come l’attesa uscita dal tunnel, ma la dotazione è figlia azioni poste in essere dalla Ue che ha stretto accordi con alcune case farmaceutiche, Pfizer biotech e Moderna, mentre Astra Zeneca, su cui il governo italiano ha puntato e ha fatto bene, dovrebbe avere le autorizzazioni entro questo mese. La dotazione per l’talia dovrebbe essere di otto milioni di dosi, con il vantaggio di poter essere conservate in frigorifero e una più facile capacità di interlocuzione con la casa produttrice».
«L’ordine di priorità delle vaccinazioni è stato stabilito dal governo nazionale e votato in Parlamento, in qualche area della Sicilia abbiamo registrato qualche “furbetto”, e faremo le puntuali verifiche, ma siamo orgogliosi di essere una delle regioni sul podio per capacità di vaccinare. Io sono ottimista -conclude Ruggero Razza- che campagna vaccinale possa proseguire in maniera adeguata».