Non sono bastate le luci spente in segno di solidarietà nei confronti delle attività commerciali, sfiancate dal caro energia. Adesso i negozi della Sicilia si preparano alla serrata.
In attesa dei provvedimenti che dovrebbero arrivare dal governo, il presidente di Confcommercio Gianluca Manenti – fiducioso dopo l’adesione all’azione dimostrativa di ieri anche da parte di Palazzo degli Elefanti, sta organizzando un incontro con Confindustria.
L’obiettivo è quello di fare fronte unico contro l’aumento indiscriminato dei prezzi dell’energia, che sta mettendo a dura prova imprese commerciali e industriali, la cui chiusura sembra – purtroppo – sempre più vicina.
«L’iniziativa di ieri ha avuto un grande seguito, da tutta Sicilia sono arrivate testimonianze. Ma siamo di fronte all’immobilismo della politica – afferma Manenti – che non riesce a trovare una soluzione per le imprese e le famiglie. Molti negozi sono costretti a chiudere alcuni settori, come le gelaterie. L’alternativa al caro bollette è la chiusura. Attendiamo altri due giorni, incontreremo anche Confindustria, poi faremo azioni eclatanti di protesta, fino alla serrata generale dei negozi».
«Mentre a Bruxelles, a Roma e a Palermo si discute, il nostro sistema produttivo sta saltando. E non certo per colpe, responsabilità o negligenze a noi riconducibili»,dice Manenti dopo avere raccolto, ieri sera, l’accorato grido d’allarme lanciato dagli associati che hanno aderito alla protesta di Fipe denominata “La Sicilia spegne le insegne”.
Secondo le stime dell’associazione di categoria, almeno il 60% degli associati, in Sicilia, ha aderito spegnendo la propria insegna, per dare un segnale di sofferenza rispetto al fenomeno del caro bollette che sta mettendo tutti in ginocchio e che sta costringendo molte imprese alla chiusura.