Sono oltre 30 gli indagati, tra Catania,Prato, L’Aquila, Enna, Perugia, Vibo Valentia, Palermo, Benevento, Siracusa e Avellino accusati di “associazione di tipo mafioso e concorso esterno”, “estorsione”, “traffico di sostanze stupefacenti”, “detenzione illegale di armi e munizioni” e “concorso in trasferimento fraudolento di valori”, reati aggravati dal metodo mafioso.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania nell’ambito dell’operazione “Sangue blu”, hanno consentito di portare alla luce le recenti evoluzioni delle dinamiche associative della famiglia di Cosa Nostra etnea “Santapaola-Ercolano”, individuandone gli elementi apicali.
L’operazione, ha permesso di assicurare alla giustizia anche l’attuale “responsabile provinciale” della famiglia mafiosa “Santapaola – Ercolano” ossia Francesco Napoli,nipote di Salvatore Ferrera detto “Cavadduzzo” e legato da vincoli di sangue allo storico capomafia Benedetto “Nitto” Santapaola (atteso che Salvatore Ferrera, era coniugato con una delle sorelle D’Emanuele, zia di Santapaola). La “promozione” sarebbe arrivata dopo aver scontato 13 anni di detenzione, come affermato dai collaboratori di giustizia Silvio Corra e Salvatore Scavone. Peraltro, già in precedenza, diversi collaboratori, tra cui Santo La Causa, lo avevano indicato quale uomo d’onore “riservato”.
Dall’indagine sono emersi un vasto giro di estorsioni ai danni di imprenditori catanesi, un fiorente traffico di stupefacenti, il recupero crediti attraverso prestiti ad usura e l’intestazione fittizia di attività economiche. I proventi delle attività illecite venivano utilizzati sia per il mantenimento delle famiglie degli affiliati detenuti, sia reinvestiti in altre attività imprenditoriali infiltrando il tessuto economico catanese.
Sequestrati beni per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro.
Precauzioni con i “nomi in codice”
Le investigazioni hanno altresì fatto emergere come Napoli nella gestione quotidiana delle attività illecite del sodalizio, aveva costantemente adottato delle cautele estreme, volte ad evitare che le sue conversazioni potessero essere ascoltate dalle Forze dell’Ordine, come l’utilizzo di una rete telefonica riservata, costituita da utenze intestate ad ignari cittadini extracomunitari, frequentemente sostituite.
Parimenti, la trattazione delle varie questioni di interesse del clan sarebbe sempre stata rimandata ad incontri in presenza, fissati senza alcun riferimento specifico al luogo, ma indicati attraverso “nomi in codice”, durante i quali avrebbe vietato ai suoi interlocutori di tenere al seguito i cellulari.
In tale contesto, avrebbero altresì rivestito un ruolo di particolare rilievo le figure di
Cristian Buffardeci e di Domenico Colombo. Il primo in qualità di “braccio destro” del Napoli, gli avrebbe consentito di evitare un’esposizione diretta nella gestione degli affari illeciti della “famiglia”, in particolare nei contatti con soggetti pregiudicati e nell’organizzazione degli appuntamenti.
Per quanto concerne invece Domenico Colombo, sarebbero emersi sia gli stretti legami con
personaggi di vertice dell’associazione, tra cui in particolare Vincenzo Sapia, Salvatore Rinaldi, Carmelo Renna e Francesco Santapaola cl’ 79, sia il suo ruolo nella gestione delle attività estorsive e di recupero crediti nei confronti di soggetti che ritardavano nel pagamento dei debiti, raccogliendo, in particolare, le somme destinate alla famiglia di Francesco Santapaola.
“200 mila euro o ti cerchi l’amico 2 giorni di tempo”
Per quanto riguarda invece le attività estorsive della “famiglia”, le indagini avrebbero documentato
6 estorsioni ai danni di imprenditori dei settori dei servizi per la logistica, delle attività turistico-
ricreative e del commercio all’ingrosso e al dettaglio.
Al riguardo, circa il “modus operandi” delle richieste estorive, va sottolineato come le stesse sarebbero state eseguite da soggetti notoriamente inseriti nel sodalizio e quindi immediatamente percepite dalle vittime come priovenienti da Cosa Nostra. In un caso la richiesta estorsiva si è manifestata nella collocazione di una bottiglia incendiaria all’esterno di un noto stabilimento balneare in località Playa, accompagnata da un pizzino con la scritta “200 mila euro o ti cerchi l’amico 2 giorni di tempo”.
Una delle condotte estorsive è stata invece interrotta in flagranza dai carabinieri, che durante
l’attività investigativa, sono riusciti a trarre in arresto un soggetto intraneo alla “famiglia”, bloccato
appena dopo aver prelevato poco più di 1.000 € da un imprenditore catanese, il quale, dopo
un’iniziale reticenza, ha riferito di essere stato vittima di pressanti richieste già da diverso tempo.
Tra le risultanze dell’indagine, emergono inoltre con particolare rilevanza i sequestri preventivi
delle società “Citymotor s.r.l.”, salone multimarca di automobili sito nel Comune di San Gregorio di
Catania e “Vinissimo s.r.l.”, enoteca con sede a Catania, affidate ad un amministratore giudiziario,
unitamente ai conti correnti ad esse intestati e a tutti i beni aziendali registrati, sia mobili che
immobili.
In particolare, per quanto concerne la “Citymotor s.r.l.”, già emersa nell’indagine “Fiori
bianchi”, sarebbe emersa l’attribuzione fittizia della società a un prestanome, ma in realtà
riconducibile all’indagato Michele Monaco, per eludere le disposizioni di legge in materia di
misure di prevenzione patrimoniali e sottrarre il patrimonio societario ad eventuali provvedimenti
ablatori reali.
Riguardo invece alla società “Vinissimo s.r.l.”, dal quadro probatorio raccolto ed in particolare in
ragione di alcune conversazioni intercettate, è emerso come la stessa sarebbe stata gestita in
maniera occulta da Francesco Napoli e dal cuginoFrancesco Ferrera. Questi ultimi infatti, dal
marzo 2020, avrebbero avviato l’attività commerciale, attribuendone la titolarità ad un prestanome
in modo tale che fosse immune da eventuali provvedimenti ablatori.
I NOMI
L’ipotesi investigativa prospettata da questa Procura Distrettuale è stata condivisa dal Gip in sede
che ha emesso le misure cautelari appresso specificate. In esito alle catture verrà ora attivato il contraddittorio procedimentale, nel corso del quale gli indagati avranno la facoltà di fornire la loro
versione dei fatti e indicare eventuali prove a discolpa
PERSONE DESTINATARIE DELLA MISURA:
CUSTODIA IN CARCERE:
1) BONAVENTURA Carmelo, nato a Catania il 25.9.1962;
2) BUFFARDECI Cristian, nato a Catania il 13.5.1976;
3) CASERTA Francesco, nato a Catania il 19.6.1971;
4) CASTORINA Angelo Antonino, nato a Catania il 4.1.1991;
5) COLOMBO Domenico, nato a Catania il 15.4.1976;
6) DI MAURO Salvatore, nato a Catania il 25.8.1965;
7) FALLICA Carmelo Cristian, nato a Wickede (Germania) 28.10.1985;
8) MAGRI’ Orazio, nato a Catania il 15.5.1971;
9) MARGHELLA Mario, nato a Catania il 20.7.1970;
10) MUSCARÀ Corrado Gabriel, nato a Catania il 13.09.1996;
11) NAPOLI Francesco Tancredi Maria, nato a Catania il 10.4.1976;
12) OCCHIPINTI Angelo, nato a Catania il 19.2.1974;
13) PAPPALARDO Giuseppe, nato a San Giovanni La Punta (CT) il 22.1.1967;
14) PINO Vincenzo, nato a Catania il 02.10.1998;
15) PLATANIA Francesco, nato a Catania il 2.4.1968;
16) RACITI Carmelo, nato a Catania il 15.6.1982;
17) SANTAPAOLA Antonino, nato a Catania il 20.4.1984;
18) SANTAPAOLA Francesco, nato a Catania il 1.12.1979;
19) SANTAPAOLA Gabriele, nato a Catania il 20.4.1984,
20) SANTAPAOLA Giuseppe, nato a Catania il 29.12.1981;
21) SAPIA Vincenzo, nato a Catania il 31.01.1966;
22) SCALETTA Giuseppe, nato a Catania il 27.9.1966;
23) SCHILLACI Lorenzo Michele, nato a Troina (EN) il 25.4.1968;
24) SORTINO Gaetano, nato a Catania il 7.8.1965;
25) TRINGALE Gaetano, nato a Catania il 13.11.1961;
26) ZAPPALÀ Daniele Carmelo, nato a Catania il 8.2.1966.
ARRESTI DOMICILIARI
1. BARBERO Eugenio Dante, nato a Catania il 28.7.1974;
2. BRUNO Barbaro, nato a Sidney (Australia) il 5.4.1971;
3. DI SALVATORE Massimo, nato a Catania il 26.11.1972;
4. FERRERA Francesco, nato a Catania il 22.12.1964;
5. LOMBARDO Rosario, nato a Catania il 26.8.1968;
6. LOMONACO Salvatore Daniele, nato a Taormina (ME) il 12.6.1982;
7. SCIRÈ Simone, nato a Catania il 18.10.1989;
8. TURRISI Giuseppe, nato a Francavilla di Sicilia (ME) il 8.7.1973; 9. ZAMMATARO Gerardo nato a Piedimonte Etneo il 15.12.1975.