“Catania è a un bivio, oggi più che mai non ha bisogno di individualismi ed egoismi politici. Occorre avviare una nuova stagione della concertazione responsabile con le parti sociali per costruire un patto sociale per il buon lavoro, la legalità e per la crescita. Senza una guida competente, pluralista e con una visione d’insieme non si potrà avere legalità e sviluppo della città. Chi amministra la “cosa pubblica” sia meno autoreferenziale e più responsabile. Sbagliano quanti sostituiscono il confronto democratico e costruttivo con la disintermediazione dei corpi sociali”.
Lo afferma Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl catanese, da un’analisi emersa nell’esecutivo di fine anno dei 16 segretari generali delle federazioni Cisl di categoria, al quale ha preso parte anche il segretario generale della Cisl siciliana Sebastiano Cappuccio, in cui il sindacato ha passato in rassegna il 2022, con le sue luci e le sue ombre, e tracciato un programmato di interventi per il nuovo anno 2023.
“Nell’anno appena trascorso – sottolinea Attanasio – la Cisl ha organizzato varie iniziative, veri spazi di confronto e proposta, con le istituzioni preposte, su temi che riteniamo fondamentali per Catania e il suo territorio provinciale. Temi che vanno dalla riforma delle politiche sociali e la tutela delle persone fragili a quella della sanità pubblica territoriale prevista dal PNRR, dalle politiche per le periferie fisiche ed esistenziali alla sicurezza sul lavoro, dal contrasto alla povertà, alla devianza minorile e alla dispersione scolastica alla lotta alla violenza sulle donne. In tali occasioni, abbiamo sollecitato sempre la politica, o le sue emanazioni, ad avviare tavoli di confronto concreti, perché mai come ora Catania ha bisogno di buon governo”.
“Invece, dall’aeroporto al porto, – continua – dalle strutture sanitarie alle partecipate comunali e provinciale, dalla zona industriale al risanamento degli edifici pubblici e scolastici, dalla gestione del precariato sanitario e scolastico all’utilizzo trasparente di graduatorie e di avvio al lavoro di questi, da una parte c’è una certa gestione autoreferenziale, spesso politicizzata, che tutto dispone nell’interesse di pochi e dall’altra una cappa di silenzio (complicità?) a tutto danno dei tanti, della città e della sua area metropolitana”.
“Siamo convinti – afferma il segretario della Cisl etnea – che sbaglia chi pensa che una tale complessità di questioni si possa governare “motu proprio”, delegittimando le rappresentanze sociali perché riluttante al confronto e alle critiche e, quindi, ritiene che il “manovratore” non debba essere disturbato. E che sbaglia anche chi crede di poter utilizzare il sindacato come strumento di attenuazione dei conflitti nei momenti di crisi e dimenticarsene quando c’è da progettare azioni di buon governo e di perseguimento del bene comune”.
La Cisl di Catania con le sue Federazioni di categoria intende prendere posizioni forti su tutti i temi di competenza e sul continuo declassamento della città sui report di qualità della vita nazionali.
“C’è bisogno di azioni “plurali”, del coinvolgimento di “costruttori del Bene Comune” che facciano gli interessi della città e non quelli propri. C’è bisogno di un confronto allargato, costruttivo e concreto che è nel Dna del sindacato confederale il quale, lo voglio ricordare, è titolato non solo dalla Costituzione, ma legittimato anche dai propri iscritti e dalle deleghe ricevute delle migliaia di famiglie e cittadini che ad esso si rivolgono per rivendicare diritti e giustizia sociale”, conclude la nota.