E’ stato il couturier di imperatrici, principesse e di tutta l’aristocrazia. Charles Frederick Worth vestiva anche i Florio.
Siamo nell’800 siciliano, quando Palermo faceva parlare di se grazie ad una famiglia che ha trasformato il suo desino. Parliamo della famiglia Floria che da Bagnara si trasferisce a Palermo in cerca di fortuna e cambiando il loro destino. Da “arrinisciuti” entrano a far parte dell’aristocrazia palermitana. Grazie al sudore, l’impegno costante, l’ambizione e una grande capacità imprenditoriale i Florio riescono a conquistare il successo. Cose che oggi per noi sembrano scontate come il tonno sott’olio, il marsala, la nascita della Società dei battelli a Vapore siciliani. Tutte conquiste di questa famiglia che in seguito grazie a fortunati matrimoni conquista anche un titolo nobiliare.
Feste, gioielli, imbarcazioni, case, quadri. Il patrimonio dei Florio raggiunse cifre inimmaginabili. E a curare il look di alcune delle Florio fu persino Charles Worth, primo couturier.
Trasformò la figura del semplice sarto in quella del designer. Impose la stagionalità degli abiti e fu il pioniere del marketing. Indossare un abito di Worth ad un evento mondano significava avere non solo un grande potere economico ma soprattutto far parte dell’aristocrazia, di una piccola cerchia di predilette. Da lui si recavano infatti l’imperatrice Eugenia, la principessa di Metternich, la regina Margherita di Savoia e così anche le donne Florio.
Donna Franca Florio e la principessa Giulia Trigona rinnovavano così il loro guardaroba due o tre volte l’anno a Parigi, Londra e Vienna. Seguendo così una vera e propria stagionalità dell’abito. Era necessario infatti sfoggiare ad ogni occasione mondana un abito diverso così da sottolineare l’importanza economica del marito, la potenza economica della famiglia di appartenenza. E per i Florio contava solo una cosa, il loro nome.
Franca Florio, figlia del barone Jacona della Motta di San Giuliano e di Costanza Notarbartolo di Villarosa, era nota per la sua bellezza e per la sua eleganza. Sposò Ignazio Florio che differentemente dai suoi predecessori non mostrò una grande propensione al lavoro, ma soprattutto alla fedeltà coniugale.