Per la prima volta un défilé esclusivo al Monastero dei Benedettini. Un evento unico, come sempre accade con Marco Strano.
C’è un nome a Catania nell’ambito della moda e in maniera particolare nel settore del wedding che fa sempre parlare di se: Marco Strano. Lo stilista catanese si è affermato negli anni ed oggi gode di una fama che lo precede. Una parola per descriverlo: artista. O forse due: artista e artigiano.
Marco Strano è un’artista che crea ogni volta un progetto. Qualcosa che nasce da una favola, da un sogno e che diventa bozzetto prima e abito poi. Un sogno che si muove tra le stoffe e le macchine da cucire. Un sogno che corre tra le abili mani siciliane alla ricerca dei punti più antichi.
“C’era una volta” è la nuova collezione di abiti da sposa di Marco Strano e questa domenica è stata presentata in un posto unico: il Monastero dei Benedettini.
Oltre 47 abiti sposa. Un’esplosione di luci e colori in una passerella lunga ben 120 metri dal corridoio centrale del Monastero dei Benedettini fino alla sua Aula Magna e alla storica Biblioteca Ursino Recupero. Per la prima volta in assoluto il complesso monumentale, patrimonio mondiale dell’Unesco, è stato aperto per ospitare un defilè di moda.
La collezione “C’era una volta”
Una collezione che nasce appunto dalle favole, come facilmente intuibile dal suo nome “C’era una volta”. Qui si incontrano muse, fate, maghe, principesse.
Una collezione che strizzando un po’ l’occhio agli anni ’90, consegna ricami in paillettes tridimensionali e a reti che fioriscono con macramè in applicazione. Anche la texture delle reti, quasi a simulare un crochet, diventa metallica, o realizzata a telaio, arricchite con applicazioni di bouquet in cuoio; o in piume; o in pizzo macramè. Il movimento è affidato alle frange che animano alcuni abiti, la luce brillante agli elementi Swarovski, la preziosità ai pizzi chantilly o rebrodè francesi.
Onirica, surreale e sofisticata è invece la sposa 2023, il cui abito immagine è stato concepito a quattro mani con la pittrice catanese Elisa Anfuso, autrice della scenografia per lo shooting fotografico della collezione. Presentati 23 abiti dalle linee essenziali e femminili, pensate per mettere in risalto la preziosità e la ricercatezza dei tessuti e dei ricami, ma senza tralasciare la sensualità della silhouette.
Materie prime e lavorazione
Più di 4000 ore di lavorazione per realizzare questi pezzi unici. La collaborazione con un ricamificio francese, che ha accolto con entusiasmo l’idea di riprendere vecchi disegni e tecniche tradizionali di ricamo dal loro archivio ottocentesco, ha dato vita ad una capsule di ricami unici al mondo, come quelli creati dalle ricamatrici delle più importanti sartorie palermitane di inizio ’900, influenzate dell’alta moda del sarto Worth, che vestiva donna Franca Florio.
Grande attenzione alle materie prime, rigorosamente Made in Italy: la seta pura è a filiera controllata e garantita, a partire dal baco da seta fino alla tessitura, così come il cotone biologico dell’eco-couture è garantito dal marchio di tutela.
Un evento che ha visto il lavoro di oltre 90 maestranze, “che all’unisono hanno collaborato come gli ingranaggi di un orologio dal ticchettio perfetto” ha dichiarato lo stilista. Il make-up è stato curato da Orazio Tomarchio per la Truccheria Cherie, che insieme al suo staff ha realizzato un look fresco e glow, effetto seta. Occhi tono su tono e labbra nude.
L’hairstyling è realizzato da Roberto Napoli e Alfio Reitano per Compagnia della Bellezza, con la direzione artistica di Salvo Filetti, con una personale reinterpretazione della coda “Alfiere”: dal design scultorea e dal motivo architettonico minimale.