In piena emergenza sanitaria e dopo due giorni di riflessione, Cateno De Luca annuncia le sue dimissioni da sindaco di Messina.
Il capoluogo di provincia è in zona rossa a seguito del boom di contagi. Ma le norme restrittive previste non erano abbastanza rigide per De Luca, che aveva firmato un’ordinanza ancora più restrittiva.
«Non sono arrabbiato ed amareggiato per la reazione di una parte di cittadini ed imprenditori ormai disperati per l’aumento degli effetti pandemici. Sono invece indignato -scrive De Luca sulla propria pagina Facebook- per l’omertà della classe politica locale regionale e nazionale per gli attacchi, minacce e strumentalizzazioni che ho subito in questi ultimi tre giorni dai poteri forti messinesi e siciliani che hanno approfittato della disperazione della gente per farmi fuori con l’ausilio di quelle sigle sindacati che ormai hanno dovuto smettere di usare il comune di Messina e le sue partecipate come un bancomat».
“Musumeci e Razza difendono il loro uomo di fiducia”
«Il Presidente della regione siciliana Nello Musumeci ed il suo assessore alla sanità Ruggero Razza -prosegue il primo cittadino- hanno avallato e sostenuto questa strategia criminale nel miei confronti perché ho chiesto la testa del loro uomo di fiducia Paolo La Paglia direttore generale dell’ASP di Messina».
«Messina è nella tragedia pandemica per comprovata responsabilità di Paolo La Paglia che evidentemente sta ricattando Musumeci e Razza. Infatti ancora è li al suo posto ma nessuno parla e tutti tacciano. Io sto rischiando la mia vita perché non ho accettato la logica mafiosa dell’omertà e della complicità e coloro che ancora consentono a La Paglia di rimanere al suo posto senza denunciare ed agire sta applicando la logica dei mafiosi a libro paga delle istituzioni».
“La logica mafiosa sta uccidendo Messina”
«Le mie dimissioni da sindaco di Messina-conclude De Luca- sono pronte perché da autentico uomo delle istituzioni non posso convivere con altre istruzioni che stanno agendo con la logica mafiosa e stanno uccidendo Messina, lasciando i loro servi sciocchi al comando dell’Asp».
«Perché nessuno si indigna al cospetto di queste vicende da me denunciate pubblicamente ed autorità giudiziaria?»
E.G.