Un Catania encomiabile supera con un netto 4-1 il Licata. Il Massimino si riconferma ancora una volta un fortino per i rossazzurri (11 vittorie su 11) che hanno sfoggiato una prestazione maiuscola archiviando una gara che vale il +14 dalle inseguitrici. Tutto perfetto per gli etnei che hanno anche convinto per il gioco espresso sin dai primi minuti di gioco.
Notizia lieta di giornata è il ritorno al gol di Manuel Sarao che mancava dal lontano ottobre scorso. Un gol sicuramente voluto e cercato che sblocca la gara al 5’ minuto quando il centravanti si fa trovare pronto con una perfetta imbucata in occasione di un corner. Pochi minuti dopo secondo corner vincente per i rossazzurri che questa volta porta la firma di Vitale che fa tremare la curva nord portando il risultato sul 2-0 a meno di 10 minuti dal fischio d’inizio. Partita che sembra in discesa, che il Catania governa e domina a centrocampo ma al 35’ il Licata punge e lo fa con Saito che accorcia le distanze chiudendo il primo tempo sul 2-1.
Nella ripresa il Catania cerca il sigillo definitivo della partita e trova strada spianata quando, al 26’ il Licata resta in 10 per la doppia ammonizione di Vitolo per fallo su De Respinis (esordio con la maglia rossazzurra). Ferraro manda in campo Forchignone per Chiarella e proprio il numero 11 ha l’intuizione giusta che al 34’ manda Marco Palermo (entrato al posto di Lodi) in gol per la rete del 3-1. Ferraro cambia ancora dando spazio anche a Giovinco per Sarao. Ma a salire in cattedra è ancora Palermo che al 38’ viene atterrato in area da Frisenna: doppia ammonizione per lui, Licata in 9 e rigore per il Catania. Dagli 11 metri Giovinco chiude definitivamente la partita.
In una giornata di festa c’è spazio anche per il ritorno sul terreno di gioco di Litteri che rientra dopo i lunghi mesi di stop causa infortunio al posto di Rapisarda. Al triplice fischio è festa al Massimino tra squadra, staff, tecnico e tifosi che non lasciano gli spalti fino al consueto giro di campo dei giocatori per intonare, insieme a loro, “la capolista se ne va”.