Nell’ambito dell’operazione “Buon Natale sicuro”, in cui il Comando Provinciale Carabinieri di Catania ha disposto l’intensificazione dei servizi preventivi per garantire la sicurezza della cittadinanza nel periodo delle festività natalizie, i militari della Compagnia di Catania Piazza Dante, unitamente ai colleghi del N.A.S. e del Reggimento “Sicilia”, hanno svolto una specifica attività volta alla verifica del rispetto delle norme igienico – sanitarie nelle
attività commerciali ed alle norme del Codice della Strada.
Nel corso dell’attività sono state sottoposte a verifica attività commerciali per la vendita di cibo o bevande operanti in pieno centro cittadino ed in una di queste, in particolare, sita nelle vicinanze della stazione ferroviaria, i militari hanno riscontrato carenze igienico- sanitarie nel locale adibito a laboratorio per la lavorazione delle carni, motivo per il quale il titolare dell’esercizio è stato segnalato all’ASP di Catania.
La dislocazione di posti di controllo per garantire l’osservanza del C.d.S. da parte degli utenti della strada, con il dispiegamento di pattuglie dinamiche, ha consentito la verifica di 25 veicoli e l’identificazione di 53 persone, con elevazione di 19 sanzioni per violazioni al C.d.S. per un totale complessivo di oltre 17000 euro ed il fermo amministrativo di 7 automezzi.
A supporto dei colleghi, inoltre, si affianca la specifica attività svolta dai militari del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale, volta alla verifica del possesso della patente di guida dei requisiti da parte degli utenti della strada.
Appare scontato a volte il possesso di tale fondamentale requisito ma, nell’arco temporale di una settimana, i militari hanno riscontrato ben 13 casi che hanno comportato sanzioni per oltre 66.000 euro, dato questo che, da sé, evidenzia purtroppo la pericolosità di tale trasgressione.
C’è chi ha mostrato rassegnazione, comprendendo l’errore e le sue possibili tragiche conseguenze, chi ha provato a dialogare accampando inverosimili scuse e chi si è invece adirato.
Surreali, infatti, appaiono le motivazioni addotte ai militari dai trasgressori al momento della contestazione, spaziando infatti dalla signora che, confidando nella loro “comprensione” ha candidamente affermato che, dovendo accudire due bambini, le è stato impossibile studiare per gli esami, oppure di quel signore che, con ragionamento quasi ineccepibile nella sua illiceità, ha loro confidato di non aver potuto conseguire la patente di
guida per aver trascorso in carcere gran parte della sua vita.