Lo segnalano il Sunia Sicilia, il Sunia di Catania, con Giusi Milazzo e Agata Palazzolo, e le associazioni Penelope e Ragna-tela, con Giuseppe Bucalo e Anna Di Salvo, che definiscono il risultato “importante”.
Le sigle sono le stesse che nel 2020 avevano presentato richiesta alla Regione, al Comune di Catania e all’Istituto Autonomo Case Popolari di aprire un confronto per “poter offrire occasioni di autonomia abitativa a quelle donne che non riuscivano a sottrarsi alla violenza dei propri compagni, anche a causa della convivenza forzata con il loro aguzzino”.
Si è anche aperto un confronto in merito ai criteri per l’assegnazione degli alloggi in “social housing” in corso di completamento, nell’ambito del quale sindacati e associazioni hanno presentato alcune richieste.
«È un primo passo importante e benché non si possa riuscire nell’ immediato ad assicurare risposte esaustive rispetto alla vastità del problema – sottolineano sindacati e associazioni- consente che anche a Catania si possa affrontare questa tematica con gli enti pubblici interessati alla gestione del patrimonio abitativo pubblico».