Una lettera aperta dell’Arcivescovo di Catania, Mons. Luigi Renna, sulla triste vicenda di Germano, il piccolo abbandonato in via Rametta, e così chiamato -provvisoriamente – dopo la nascita, in una cesta avvolto in una coperta con il cordone ombelicale ancora attaccato.
Il vesvoco scrive: « dopo alcuni giorni in cui non ho mancato di pregare per te e per il tuo bambino, deposto
qualche giorno fa in una cesta, raccolto da mani amorevoli e da due servitori dello Stato (cioè di tutti noi), e che ora ha un nome. Chissà come avresti voluto fosse chiamato il tuo bambino! Chissà quale nome gli hai dato segretamente!».
«Credo in Dio, e ritengo che il Suo Amore ha permesso – continua – che Germano si salvasse da una morte che sarebbe potuta sopravvenire molto presto, in un luogo pericoloso come la strada. Germano ora avrà chi si prenderà cura di lui, ne sono certo, così come è avvenuto dal primo momento: è segno che c’è sempre qualcuno disposto a darci una mano, e quando questo “qualcuno” è un membro delle Forze dell’Ordine, i medici e gli infermieri di un ospedale, gli assistenti sociali, vuol dire che questa nostra Repubblica ha ancora a cuore le persone …».
«Ma chi si prenderà cura di te, e di altre mamme come te? Credo che il tuo gesto di lasciare Germano
in una cesta, come il piccolo Mosè esposto sulle acque del Nilo e salvato dalla figlia del faraone, sia
stato un atto estremo e disperato, meditato a lungo nei mesi in cui hai tenuto nascosto un segreto
che ti ha cambiato la vita. Intanto ti ringrazio, a nome del tuo bambino e della famiglia che sarà sua,
perché gli hai dato la vita e l’hai fatto nascere! Sei già grande per questo! Ti consoli questa
gratitudine, mentre il tuo cuore sanguina».
«Sarebbe potuto andare tutto diversamente anche per te come per tante mamme che partoriscono nella sicurezza di un ospedale e lasciano che il loro piccolo rimanga lì al sicuro, anche se loro non riescono a prendersene cura. Ma pazienza! Ora la tua vita continua… Vorrei che ti riconciliassi con te stessa, che la disperazione di quel giorno lasci spazio ad un futuro diverso, in cui tuo essere donna e mamma, il tuo essere compagna di un uomo o sposa, non sia più vissuto nella solitudine. Se sei credente, riconciliati anche con Dio, Padre misericordioso: Egli solo è in grado di risanare le ferite più profonde del nostro spirito», sottoliena ancora il vescovo.
«Catania è una città con tanti mali ma è anche abitata da tante persone disposte a prendersi cura degli altri: cerca una spalla su cui piangere, una persona a cui aprirti con discrezione, che sappia ascoltare la tua rabbia e quelle speranze di tenere Germano, che forse hai coltivato fino alla fine. Oggi tu hai bisogno di calore, come ne ha bisogno Germano… Scrivo a te, ma anche a tante giovani donne come te. Permettete che vi dica che con l’amore e con“la sorgente della vita”, ossia la sessualità, non si scherza, perché essa non dona solo il calore dell’intimità, ma procrea e apre al meraviglioso formarsi di una vita umana. Per questo non può essere oggetto di un gioco, o di un flirt, ma è data per essere un atto di amore responsabile, che guarda al futuro…».
« Scrivo a te, e alle tante ragazze -conclude Renna – che hanno le cosiddette “gravidanze ndesiderate”: e vi invito a riflettere! Ad onore della verità, la gravidanza è l’attesa di un bambino, di un Germano, di un Alfio, di un’Agata, di una persona unica e irripetibile! Chiameresti un bambino, un “indesiderato”? Oggi ci sono tanti modi per accompagnare la vita dei bambini “indesiderati”, e di sostenere le loro mamme! Coraggio! Apritevi ancora al futuro di donne e di mamme, con amore e responsabilità. E tu, cara N., sii testimone discreta che la vita vale davvero e che ogni Germano ha diritto a vivere!».
lntanto il tribunale dei minorenni di Catania ha avviato le pratiche per accelerare l’iter di adozione del piccolo che si trova nel reparto di neonatologia dell’Ospedale Garibaldi Nesima di Catania.