«Memorie in viaggio», tra ambienti di vita quotidiana che sono diventati pezzi di storia: per la terza edizione delle Giornate nazionali delle case dei personaggi illustri, verranno aperte le porte anche di sei case museo siciliane. Gli appuntamenti si terranno il 6 e 7 aprile: due giorni in cui le case museo di tutta Italia apriranno al pubblico per scoprire le abitazioni dei grandi, nati e vissuti nel nostro paese.
In Italia oltre 130 case museo apriranno le porte: tra queste, in Sicilia, la casa museo Luigi Capuana e il Circolo di cultura Luigi Capuana a Mineo, il castello di Donnafugata nel ragusano, il museo Eikon di Ficarra a Messina, casa Giudice Livatino a Canicattì, casa Florio – palazzina dei Quattro pizzi all’Arenella, insieme a casa museo Raffaello Piraino e casa museo del Beato Giuseppe Puglisi, queste ultime a Palermo. L’iniziativa è organizzata dall’Associazione nazionale Case della memoria, che anche quest’anno ha ricevuto il patrocinio di Icom Italia e del Ministero della Cultura.
«Oltre a promuovere i due giorni di aperture congiunte, – spiega Adriano Rigoli, presidente dell’Associazione nazionale Case della memoria – abbiamo invitato ogni casa a dedicare un itinerario, un approfondimento o un incontro al tema delle Memorie in viaggio. Sarà un’occasione, nell’anno del VII centenario della morte di Marco Polo, per focalizzare tutti insieme l’attenzione su un argomento di grande fascino che accumuna molti grandi del passato che, proprio per i loro ruoli, hanno spesso attraversato varie parti del mondo»
«Molte case proporranno anche visite guidate e/o strumenti di accoglienza – aggiunge Marco Capaccioli, vicepresidente dell’associazione – la terza edizione delle Giornate ha la partecipazione di oltre 130 case, distribuite in 17 regioni. Un patrimonio importante per offrire nuove occasioni al turista del terzo millennio, sempre in cerca di nuove emozioni, lontane dai grandi circuiti. I visitatori della nostra rete – continua Capaccioli – non sono gli stessi che frequentano le pinacoteche: chi visita le Case della memoria si sente un ospite chiamato a riabitare, perché è come se si trovasse a casa propria. È importante, anche da parte delle istituzioni, porre attenzione a questo patrimonio, fatto da ambienti di vita di quotidiana, che conservano intatto il fascino di chi li ha abitati e con un valore aggiunto: la partecipazione attiva».