Gli anni ’80 sono stati iconografici sotto molti aspetti dal punto di vista della cultura pop italiana. Ricordiamo, per esempio, la moda punk, importata dall’Inghilterra, con il grande impatto che ebbe sui gusti musicali o sull’abbigliamento di allora, o la più nostrana moda dei “paninari” che ha influenzato la vita di centinaia di migliaia di giovani.
Vi furono alcune “mode” cinematografiche di una certa importanza, come il rilancio del cinema horror “slasher”: come dimenticare le saga di “Nightmare” che vedeva come protagonista il terribile Freddy Kruger che tormentava le sue vittime attraverso gli incubi, oppure “Venerdì 13”, dove il serial killer Jason Voorhees sterminava senza pietà i poveri mal capitati che andavano a campeggiare a Crystal Lake City. O ancora “Hellraiser” con i demoni Cenobiti che torturavano con estremo piacere i loro prigionieri, e poi “Halloween”, “Non aprite quella porta”, “La Casa” e diverse altre serie, dove lo “splatter” era la componente principale. Le calde serate estive tenevano appiccicati davanti allo schermo milioni di telespettatori amanti dell’horror, soprattutto il mercoledì sera su Italia 1 con un appuntamento fisso, in seconda serata subito dopo il Festivalbar, vi era il mitico “Zio Tibia” prima e successivamente il programma “Notte Horror”.
L’arrivo di Dylan Dog in Italia
Questo revival del genere horror creò terreno fertile per qualcosa che inaspettatamente avrebbe dato nuova linfa e vitalità al fumetto in Italia, lanciando un nuovo personaggio del tutto innovativo, senza precedenti. Infatti il 26 settembre 1986, uscì nelle edicole italiane il numero 1 di “Dylan Dog” dal titolo “L’alba dei morti viventi”. Il neo-protagonista venne ideato da Tiziano Sclavi e creato graficamente dai disegnatori Claudio Villa (da non confondere con l’omonimo cantante) e Angelo Stano. Fu pubblicato dalla casa editrice Sergio Bonelli Editore (ai tempi chiamata DAIM PRESS) e avrebbe rivoluzionato completamente il panorama fumettistico italiano. Si trattava di un prodotto nuovo, diverso, distaccato dagli schemi a cui i lettori comuni erano abituati. Lo stesso editore, il compianto Sergio Bonelli, come dichiarò in più occasioni, era inizialmente contrario a lanciare questa nuova testata, perché a lui il genere horror non piaceva ed era convinto che nemmeno il pubblico italiano lo avrebbe apprezzato. Possiamo dire che “apparentemente” non avesse tutti i torti in quanto i primi numeri furono un vero flop, le vendite erano scarsissime e quindi l’idea era di chiudere la serie dopo pochi numeri. Ma invece si scelse di perseverare, i mesi passavano e, storia dopo storia, Dylan conquistava sempre più il pubblico facendo sì che le vendite continuassero ad aumentare fino a quando, il nostro “Indagatore dell’incubo” divenne una delle testate di punta della scuderia Bonelli, arrivando a vendere mezzo milione di copie mensili oltre alle varie ristampe e alle collane parallele.
Chi è Dylan Dog?
Ma chi è Dylan Dog? Egli vive a Londra ed è un ex agente di Scotlan Yard, con trascorsi di alcolismo, che dopo aver deciso di dimettersi dal corpo di polizia volle intraprendere la carriera di investigatore privato. Tuttavia non è un detective qualsiasi in quanto si è specializzato nell’indagare su casi legati al paranormale, o meglio all’incubo. In questo modo mostri, fantasmi, vampiri, zombi, streghe, licantropi, divennero il suo pane quotidiano. L’opinione pubblica è divisa sul suo conto. La maggior parte della gente crede che sia un ciarlatano, mentre altri si rivolgono a lui per risolvere casi di cui nessun altro potrebbe occuparsi. È affiancato da un assistente di nome Groucho, sosia del più noto Groucho Marx, che lo tormenta costantemente con infinite battute e gag. Nel corso della sua carriera Dylan ha vissuto avventure terrificanti, ha rischiato tantissime volte la vita e ha affrontato creature infernali di ogni genere. L’orrore che presenta nelle sue storie è spesso surreale, metafisico, ricco di simbolismi esoterici e di riferimenti alla realtà quotidiana. Le sue storie variano di genere, dall’orrore estremo al grottesco, dal fantasy alla fantascienza, dal giallo al romantico.
Un arrivo in un periodo di crisi
Dire che Dylan Dog rivoluzionò il fumetto italiano non è un’esagerazione. Esordì in un periodo in cui il settore era in crisi, aldilà delle testate classiche (per esempio Tex, Zagor, Diabolik, Topolino) non vi erano grandi vendite e i fumetti americani (Marvel e DC) erano quasi del tutto assenti e i manga ancora non avevano esordito in Italia. Tirando le somme quindi il fumetto stava vivendo una crisi senza precedenti dovuta prevalentemente a una scarsità di scelta. L’arrivo di Dylan Dog fece in modo che il mercato acquisisse nuovi lettori, in quanto il genere horror attirò un pubblico che non si era ancora approcciato ai fumetti, ma che comunque seguiva il genere attraverso altri media come il cinema. Dylan divenne l’apripista per nuovi lettori e fece si che la nona arte potesse nuovamente generarsi dando vita negli anni successivi a tutta una serie di nuove proposte. Ebbene, possiamo dire senza riserve, che Dylan Dog fu l’ancora di salvezza per il fumetto italiano.
Da quale personaggio è tratto Dylan Dog?
Il volto da cui è stato tratto il personaggio è quello del noto attore Rupert Everett, il quale nel 1994 recitò in un film tratto da un romanzo di Sclavi, “Dellamorte Dellamore”. Pur non vestendo direttamente i panni di Dylan Dog, il personaggio che interpretò, ossia Francesco Dellamorte, richiamava indirettamente il nostro eroe. Nel 2010 venne realizzata una versione cinematografica ufficiale del personaggio “Dylan Dog – il film”, di matrice statunitense, in quanto la serie a fumetti ebbe un notevole successo anche in America, tuttavia la pellicola fu un totale insuccesso perché si discostava completamente dal personaggio originale e venne definito dalla critica come uno dei peggiori cinecomics di tutti i tempi.
Quest’anno Dylan Dog spegne 39 candeline e nonostante la sua ormai quasi quarantennale carriera continua a vantare una buona salute. La sua vita editoriale ebbe degli alti e bassi soprattutto dopo gli anni 2000, ma questo non lo indebolì per nulla. Dal suo esordio ne è passata parecchia di acqua sotto i ponti, molte cose sono cambiate, suscitando nei fans pareri discordanti. Ma una cosa è certa: Dylan Dog rimane una delle più importanti figure del fumetto italiano. Buon compleanno Dylan!
Tindaro Guadagnini