«Il rifiuto di modificare come proposto dalla Giunta, secondo criteri di equità fiscale, la delibera sull’addizionale Irpef costituisce una scelta, ancora una volta, in danno della città e dei lavoratori da parte di consiglieri comunali irresponsabili», è quanto scrive il primo cittadino Leoluca Orlando a seguito della bocciatura da parte del Consiglio Comunale di un punto centrale della delibera, ossia il raddoppio dell’addizionale Irpef che già da quest’anno sarebbe passata dallo 0,8% all’1,61%.
Se Orlando avesse raggiunto la maggioranza avrebbe così potuto chiudere l’accordo con lo Stato che in finanziaria ha previsto per Palermo uno stanziamento di 180 milioni di euro. A rischio dunque c’è l’equilibrio finanziario del capoluogo che procede a grande passi verso il dissesto in clima di elezioni.
Cosa prevede l’accordo con lo Stato
Il Comune di Palermo avrebbe così dovuto impegnarsi a coprirne in proprio un quarto, circa 45 milioni, e di incrementare dello 0,5 per cento l’anno la capacità di riscossione dei tributi, cioè poco più di 8 milioni di euro. Adesso però crolla ogni certezza.
Franco Miceli, candidato a sindaco di Palermo per l’area progressista, definisce la decisione del consiglio Comunale contraddittoria: «Palermo – afferma – merita coerenza e cura. La bocciatura della delibera Irpef è una brutta notizia per la città e allontana l’approvazione dei bilanci, strumento indispensabile per garantire servizi e lavori pubblici, ma anche per tanti lavoratori e lavoratrici».
«Al di là del merito, molto complesso, della vicenda del piano di riequilibrio, non si comprende perché lo stesso Consiglio abbia prima approvato un piano di riequilibrio che prevedeva un aumento Irpef per, poi, rifiutare la delibera conseguente e persino – conclude Miceli – la possibilità di rendere il tributo proporzionale al reddito, consentendo così di non gravare sulle categorie più fragili».
E.G.