C’è una Università imprenditoriale che procede di pari passo a quella che fa didattica, ricerca e si occupa di progetti a livello internazionale.
Una Università che, nella cornice di un’attività istituzionale chiamata di Terza Missione, promuove cultura d’impresa fra gli studenti, i laureati e persino i professori; avvia iniziativeimprenditoriali collegate alla ricerca scientifica; si fa promotrice di eventi e di un’intensa attività di networking con altri attori del territorio.
Nel presentarci il nuovo bando di Start Cup Catania, appena pubblicato sul sito di Ateneo (https://www.unict.it/it/bandi/altri-bandi/bando-start-cup-catania-2022), con scadenza l’8 settembre per
la partecipazione, il prof. Rosario Faraci, delegato del Rettore ci spiega in che modo anche l’Università di
Catania è imprenditoriale al pari di altre sedi italiane.
«Start Cup Catania è la nostra iniziativa di punta nell’ambito di un ricco programma di imprenditorialità
accademica in cui rientrano iniziative di formazione e l’attività del Comitato Spin Off che valuta le proposte
d’impresa avanzate dai professori e dai ricercatori», ci dice Faraci.
«L’edizione che abbiamo appena lanciato è la nona consecutiva a partire dal 2014, da quando abbiamo ripreso la buona abitudine di organizzare una competizione di idee imprenditoriali e di collegarla al circuito del PNI Cube, l’associazione degli incubatori e delle business plan competition di cui l’Università di Catania adesso è socia. Nelle edizioni passate, abbiamo coinvolto 132 team nella prima fase di selezione delle idee imprenditoriali e 68 nella seconda che è la fase in cui le idee prendono la forma di progetti d’impresa, grazie all’assistenza dell’Ordine
dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Catania, nostro partner fin dall’inizio».
Al prof.Faraci, che presiede il comitato scientifico di Start Cup Catania di cui fanno parte pure i docenti Gaetano Palumbo e Rosa Palmeri dell’Università di Catania insieme ai rappresentanti degli sponsor e dei partner, chiediamo quanti di questi progetti imprenditoriali si trasformano in imprese vere e proprie, cioè quante imprese vere e proprie nascono dopo iniziative del genere.
«Insieme ai funzionari e al Dirigente dell’Area di Terza Missione – prosegue Faraci – ne abbiamo censite 16
che si sono costituite come start up innovative, dunque iscritte nell’apposita sezione del Registro delle
imprese. Allargando lo spettro all’intero mondo delle start up, sono poco meno di una trentina. E’ un risultato importante. Sappiamo che si può e si deve fare ancora di più, ma è pur vero che una volta costituite le start up devono saper stare sul mercato e sopravvivere. Insomma, bisogna assisterle alla nascita, ma aiutarle ancor di più nei primi anni dalla loro costituzione. E lì la vera sfida».
Ecco che entra in gioco il territorio, il cosiddetto ecosistema locale delle start up dove, oltre all’Università,
operano anche altri attori.
«Quello di Catania è il decimo ecosistema nazionale per vivacità imprenditoriale delle start up, secondo le rilevazioni di StartupBlink. Fino all’anno scorso occupava la settima posizione. Ad oggi, in tutta la provincia di Catania, si contano 212 start up innovative su un totale di 695 in tutta la Sicilia».
Start Cup Catania quest’anno presenta qualche novità.
Nella fase della business plan competition, gli otto team ammessi dalla fase di selezione saranno assistiti dagli esperti dell’Ordine dei commercialisti, ma anche da Coach & Play e dalla SGR Vertis che a livello nazionale è uno dei venture capitalist più importanti nel sostegno alle start up.
Ai primi tre vincitori della competizione spetteranno una premialità in denaro rispettivamente di 5.000 euro(messa in palio da Free Mind Foundry), di 2.500 e di 1.500 euro.
Il team vincitore sarà ammesso ad un percorso di incubazione di sei mesi presso OrangeLab che ha messo a disposizione la propria esperienza nel mentoring e coaching delle start up.
Ai vincitori inoltre sarà riservato l’accesso alla competizione internazionale EUNICE Imagine Innovation Cup
organizzata nell’ambito dell’omonima alleanza universitaria di cui è partner l’Ateneo di Catania.
La finale si terrà a Catania dal 31 luglio al 4 agosto 2023 e al gruppo vincitore sarà concesso di trascorrere un periodo di sette settimane presso un’azienda estera del partenariato.
«Ci sono tutti i presupposti perché questa edizione possa risultare interessante come le precedenti” – chiosa Faraci. “Lo scorso anno vinse il team di Arianna Campione e Anna Cacopardo, due giovani dottoresse di Bronte che dal mallo, uno scarto nella lavorazione del pistacchio, sono state capaci di realizzare una crema di bellezza femminile dalle straordinarie proprietà antiossidanti. Il team, dal nome Kymia, ha vinto poi Start Cup Sicilia e ha avuto accesso alla finale del Premio nazionale per l’innovazione a Roma dove è rientrato fra i primi quattro nella apposita sezione in cui era in competizione. Adesso le due ragazze che hanno costituito la start up innovativa sono lanciatissime verso altre sfide imprenditoriali a livello nazionale. Speriamo che anche questa edizione del 2022 ci possa regalare qualche altra sorpresa, come è accaduto lo scorso anno».