Ancora in primo piano la questione dell’aumento della TARI, approvato dal consiglio comunale di Catania. Questa volta arrivo lo sfogo del candidato sindaco di Catania, Lanfranco Zappalà che risponde all’attacco di Enzo Bianco, rispondendo sulla sua pagina facebook con un messaggio che riportiamo per intero di seguito:
«Caro Enzo, la si può uccidere una persona politicamente, ma se la si ferisce,il discorso cambia. Apprendo da alcuni giornali online di una tua tanto inutile quanto puerile lagnanza nei miei confronti, per il solo fatto di aver espresso il mio deciso dissenso, votando NO , alla delibera relativa all’aumento della Tari. Meravigliato, deluso e amareggiato ho dedotto che, forse per stanchezza , non hai più memoria della mia proverbiale visione della politica attiva sul territorio, in favore e nell’interesse di tutti i cittadini. Dimentichi, infatti, come io abbia sempre affrontato a viso aperto ogni questione istituzionale, esprimendo in piena autonomia il mio libero pensiero».
Il ruolo del consigliere comunale è quello di essere sempre presente
«Dimentichi altresì, come io abbia sempre detestato quella vecchia concezione della politica, che evidentemente ancora ti appartiene, fondata sulla fuga dai problemi o, ancor peggio, sull’utilizzo di patetici mezzucci ostruzionistici, che ci allontanano dal mandato conferito dagli elettori e per gli elettori. Il ruolo di un Consigliere Comunale, infatti, è quello di essere sempre presenti, condividendo e talvolta bocciando tutte le istanze che pervengono da chi ci amministra. Trovo, quindi, di uno squallore unico, questo tuo patetico tentativo di screditarmi sui social, instillando il dubbio di una mia possibile collusione con l’attuale amministrazione comunale. E ciò per i seguenti precisi motivi:
– in primo luogo perchè faccio fede fermamente, con lealtà ed onestà, al mio ruolo ed al mio mandato di consigliere di opposizione;
– secondariamente, per il semplice fatto di essere un tuo leale compagno di partito;
– ed in terzo luogo, solo per semplice gratitudine, per averti sempre supportato e difeso, sia in passato che ancora adesso, in Aula e fuori dall’Aula, anche quando, francamente, eri e sei palesemente indifendibile».
Anteporre consensi al rispetto dei valori
«Verosimilmente, com’è nel tuo stile, avrai preferito anteporre la tua bramosia di un paio di consensi elettorali in più, rispetto a valori più noblil che hai perso da tempo (o che non hai mai avuto), ma ti assicuro che hai guadagnato unicamente un’immagine di te, costituita da un mix di meschina ingratitudine e gratuita malvagità. Il dubbio, a questo punto, è lecito: non è che la mia candidatura a Sindaco, sia la causa scatenante di tanto astio e livore, tali da determinare le tue esternazioni che hanno messo in luce la parte peggiore del tuo proverbiale complesso carattere? Mi auguro di sbagliare. Sarebbe di uno squallore disarmante. Come, parimenti, trovo squallido che tu, Enzo, possa pensare di “bacchettarmi” per il semplice fatto di non essere uscito dall’aula. E questo non te lo permetto, non solo per le ragioni che ho già espresso, ma principalmente perchè ho sempre combattuto le vecchie logiche di pupari e burattini e, ancor di più, perchè trovo inopportuno pensare di contrastare una delibera consiliare fuggendo dall’aula, evitando di rappresentare con forza il mio palese dissenso».
«I cittadini non ci eleggono per scappare, ma per lottare nel loro interesse, con ogni mezzo lecito e possibile. Un aumento della Tari, ritenuto iniquo, va contrastato mettendo l’amministrazione alle corde, lottando all’interno del palazzo, dentro l’aula, e non dalla comoda poltrona del salotto di casa.
Ben 21 Consiglieri (te compreso) rintanati come conigli, che hanno preferito non confrontarsi con l’avversario, rinunciando alla possibilità di fermarlo con la presenza e con un deciso voto contrario. Anni di politica, lontana dalle reali esigenze dei cittadini, ti hanno fatto dimenticare il vero ruolo di un Consigliere comunale: la partecipazione costante a tutti i dibattiti, ancora di più se si è all’opposizione».
Hai perso il lato umano
«Hai perso, caro Enzo, il lato umano del vero politico e ti sei assuefatto a quel sistema ed a quelle vecchie logiche di opportunismo politico che, negli anni, hanno allontanano gli elettori dalle urne. Quando si discute un atto, non si contano i presenti e gli assenti, non si attivano telefoni e messaggini sobillatori, ma si partecipa, si presentano le proprie istanze, in rappresentanza della volontà dei cittadini. Se tu decidi di scappare fuori dalle stanze, forse per non contrariare tuoi futuri e possibili compagni di merende, non puoi pretendere che io mi associ a queste superate e odiose dinamiche di una politica che ci ha stancato da tempo. E tu accusi me perché sarei dovevo uscire dall’aula per non mantenere il numero legale ? Io ho svolto con coscienza e lealtà il mio ruolo di oppositore. La fuga è le scorrettezze da politicante degli anni ’80 le lascio a chi è rimasto ancorato a quei tempi ormai lontani e superati. Ti vedo stanco, Enzo, non mi aspettavo da te un atteggiamento così.
Hai perso vigore, sbandi, scantoni e ti trascini nel ricordo di un ‘sindaco Bianco’ della prima ora, che non c’è più. Dov’è finita quella voglia di riscatto di quel giovane , proveniente da un remoto agglomerato urbano della provincia di Enna? Che delusione, Enzo. Non hai più memoria di quante volte, con i numeri, abbiamo portato a casa vittorie, nell’interesse primario dei catanesi. Ti sei adagiato alla politica dell’inganno e dei sotterfugi. Per carità, scegli liberamente come condurre questi residuati strascichi di carriera politica, ma non ti consento di trascinarmi nel vortice di infime dinamiche apolitiche che non appartengono alla mia formazione ed alla mia cultura politica».
Chi scappa in politica davanti i problemi è un vigliacco
«Rispondo a ciò per cui tu mi accusi. Siamo 36 consiglieri, che per il mandato conferito dal popolo catanese dovevamo essere presenti tutti in aula e votare si o no. Si caro Enzo eletti dal popolo che ci chiede atti di responsabilità, quindi il voto per la vita sociale di una città, mettendoci la faccia. Dare la colpa a chi era presente è facile mentre chi come te non era presente vorrebbe passare come eroe. Amministrare significa prendere decisioni e non scappare come dei conigli davanti ai problemi della città. Io oggi spiego al mio elettorato il mio No come gli altri colleghi spiegheranno il loro SI e la propria astensione. Concludo questa mia risposta su una riflessione che facevo con un amico “Chi scappa per primo in amore vince sempre”.”Chi in politica scappa senza affrontare un problema è un vigliacco“. Su 36 Consiglieri 10 hanno votato si , 4 si sono astenuti e solo uno ha votato no , mentre 21 sono fuggiti dall’aula. Chi sono i vigliacchi ? Ti auguro buona fortuna cari Enzo, perchè, francamente, credo che tu ne abbia veramente bisogno. In politica poi tutto passa e tutto si ricorda!».