Si intitola Assunta il cortometraggio scritto da Luana Rondinelli con Francesco Teresi e diretto dalla stessa Rondinelli, che è stato selezionato tra i dieci finalisti dell’Afrodite Shorts, il festival sull’audiovisivo al femminile in programma l’11 e il 12 dicembre nella Casa del Cinema di Roma. La pellicola vede protagonista l’attrice Donatella Finocchiaro che riempie di eleganza morale un ruolo intenso e che tratta il tema dell’affido familiare, ma anche la violenza domestica e la violenza scaturita da una vita spinta avanti dalla necessità di sostentamento: questi sono i temi al centro di un’opera che, in poco meno di dieci minuti, racconta un’angoscia passata, un orrore presente e una bellezza raggiunta.
Il cortometraggio è stato girato a Partanna (Trapani) ed è ispirato al racconto Nientemai di Alessandro Savona. Oltre a Donatella Finocchiaro, fanno parte del cast Bruno Di Chiara, Antonio Pandolfo e Mattia Libeccio, che costituiscono quadri di uno snodo narrativo che parla di sofferenza e pena, ma anche di metacognizione e di etica, che diventa poesia del male e resurrezione. Un contrasto tra la bruttura della necessità, che trova luogo nelle case dirute e la bellezza del Castello Grifeo, per poi liberarsi nella magnificenza di una mattina che guarda al paesaggio soleggiato della natura siciliana che rinfranca e appaga.
“Assunta – spiega Luana Rondinelli – è una prostituta che, una volta sottratto il figlioletto Mattia dalla furia efferata di un padre violento, sceglie di darlo in affido per consentirgli di avere quel che lei, momentaneamente, non gli può dare. Attraverso il punto di vista della protagonista viene indagato il legame tra mamma/figlio/famiglia affidataria, senza mai perdere di vista le priorità emotive del bambino. Lasciandoci trasportare dalla sua voce over, ci ritroviamo all’interno della sua realtà; nella quotidianità di un borgo di una Sicilia senza tempo. Percorriamo al suo fianco quelle strade, sorprendendoci di trovare dentro quella storia tante altre piccole storie cariche di pregiudizio e maldicenza nei confronti della prostituta del paese”.