L’mpegno degli infermieri nelle vaccinazioni al di fuori dell’orario di servizio ma con una paga adeguata: è questa la richiesta di Salvatore Vaccaro segretario provinciale del NurSind Catania.
A livello nazionale, il sindacato chiede un rallentamento del vincolo di esclusività a cui sono soggetti attualmente gli infermieri dipendenti. Una risposta positiva in questi termini, dunque, porterebbe sul territorio un numero non indifferente di “vaccinatori” che -per il momento- possono operare solo negli ospedali.
«Soltanto con tutto il personale sanitario a disposizione e attivo sul campo riusciremo a procedere spediti nelle vaccinazioni. È quasi impossibile trovare infermieri: solo sottoscrivere accordi regionali ha il potere di attrarre pubblico e privato. Al momento, infatti, si sta procedendo a rilento negli ospedali».
Anche l‘offerta di un compenso dignitoso e congruo al lavoro svolto potrebbe rivelarsi un’arma accattivante, in un periodo di profonda crisi economica. Ogni azienda ha previsto un compenso per il personale sanitario impiegato nella vaccinazione, in regime di incentivazione al di fuori dell’orario di servizio.
L’Asp compensa il proprio personale infermieristico con 35euro/ora, il Policlinico con 30euro/ora, seguito dal Garibaldi con 21euro/ora e in ultima posizione il Cannizzaro con 15euro/ora. Ed è proprio sull’ospedale Cannizzaro che batte il sindacato.
«Gli infermieri si sottopongono ogni giorno all’alto rischio di contagio. La cifra non può aggirarsi intorno ai 15 euro/ora: alcuni si sono persino ritirati. Chiediamo di arrivare almeno a 30 euro/ora, compensi sempre minimi in confronto a quelli di uno studio privato. Per sconfiggere insieme il virus serve maggiore attenzione e cooperazione tra le parti», conclude il segretario del NurSind
E.G.