Crowdfunding da tavolo: come Kickstarter ha rivoluzionato le regole del gioco

di Salvatore Mellia

Si calcola che, ogni anno, quasi cinquemila nuovi giochi da tavolo facciano ingresso sul mercato. Il merito è, indubitabilmente, tanto della prolifica mente degli autori quanto del supporto delle case editrici (alcune ormai diventate vere e proprie multinazionali). Eppure, un ruolo di prim’ordine lo ha senza dubbio la piattaforma Kickstarter.

Kickstarter come luogo digitale

Kickstarter è la più famosa piattaforma di crowdfunding: un luogo digitale dove creatori e pubblico si incontrano prima che un prodotto esista davvero. Chi ha un’idea – un gioco da tavolo, un libro, un film – presenta il progetto con descrizioni, immagini e video, fissando un obiettivo economico e una scadenza temporale. I sostenitori, chiamati backer, non acquistano un prodotto finito ma finanziano lo sviluppo in cambio di una ricompensa. Questa, nel caso dei giochi da tavolo, è una copia del gioco (arricchita da contenuti esclusivi, non presenti poi nella versione retail) che può arrivare anche a distanza di anni dal finanziamento. Se l’obiettivo economico viene raggiunto entro il tempo stabilito, il progetto viene supportato e il creatore ottiene i fondi necessari per realizzarlo.

Strumento per case editrici e banco di prova per le idee

Lo strumento, un tempo utilizzato da piccoli autori e designer indipendenti, oggi viene utilizzato (e talvolta abusato) anche da grandi case editrici che, pur avendo le risorse per produrre autonomamente, preferiscono affidarsi a finanziamenti milionari per ridurre i rischi d’impresa.

Nel tempo, questo modello è diventato un banco di prova per le idee, un termometro dell’interesse e delle tendenze del pubblico e, nel mondo dei giochi da tavolo, uno spazio dove il clamore mediatico viene costruito molto prima dell’esistenza del prodotto fisico. La categoria “Giochi da tavolo” su Kickstarter è enorme: oltre 59.000 progetti, in continua crescita, dai piccoli puzzle indipendenti alle campagne multimilionarie, convivono nella stessa pagina di scoperta.

Contatto diretto tra autore e fan

Il successo del fenomeno non è difficile da intuire. Il contatto diretto tra autore e fan elimina gran parte dell’intermediazione, permettendo ai primi di illustrare ai secondi la propria visione del progetto senza filtri. Inoltre, un vero tesoro per i collezionisti è rappresentano dai prodotti esclusivi, come miniature o componentistica di pregio non presenti, come già evidenziato, nelle versioni destinate alla vendita al dettaglio. Ma, forse, la vera forza della piattaforma è il suo respiro globale: Kickstarter permette a progetti da ogni parte del mondo di raggiungere una platea internazionale di sostenitori.

Le campagne che hanno fatto la storia di questa piattaforma

Per comprendere le dimensioni del fenomeno, basta citare alcune campagne che su Kickstarter non si sono limitate a raggiungere il finanziamento, ma hanno fatto la storia della piattaforma. Celebre il caso di “Kingdom Death: Monster” di Adam Poots che ha raccolto la somma record di oltre 10 milioni di dollari (pur non diventando, poi, un titolo globalmente conosciuto). O, ancora, gli oltre 6 milioni di euro raccolti dal game designer italiano Andrea Chiarvesio con “Marvel United: X-Men”.

Questi megaprogetti convivono con un ecosistema molto più vasto: campagne di giochi da tavolo e di ruolo che raccolgono da poche decine di migliaia fino a centinaia di migliaia di euro, dando vita a prodotti innovativi e idee di design che influenzano l’intero mercato.

Numeri altri nonostante la flessione

Negli ultimi tempi, forse a causa delle crescenti aspettative del mercato del “tutto e subito”, si inizia a intravedere una leggera flessione. Ma i numeri continuano ancora a parlare chiaro: la piattaforma continua a essere un punto di riferimento per i creatori di giochi con la categoria “Games” ancora tra le più popolari e attive.

Sostenere un gioco su Kickstarter, dunque, significa accettare un patto implicito: un po’ di attesa, un po’ di fiducia in cambio della promessa di qualcosa di diverso. A volte va bene, altre meno. Ma quando funziona, la sensazione non è quella di aver comprato un gioco, bensì quella di aver partecipato alla nascita di un’idea e di aver supportato una parte fondamentale della cultura ludica contemporanea.